Legambiente su relazione di aggiornamento sull’inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) in Veneto

COMUNICATO STAMPA
16 febbraio 2018
 
Commissione bicamerale inequivocabile:  Il sito di Trissino era ed è ancora oggi fonte dell’inquinamento che espone i cittadini a concentrazioni elevate di PFAS

Legambiente:
“Il Governo non attenda oltre. Individuare e nominare presto il super commissario che valutati urgentemente la sospensione delle attività produttive dell’azienda per procedere ad una immediata bonifica dei terreni dello stabilimento”

“Resta urgente la fissazione dei limiti per tutti i PFAS in tutte le matrici ambientali. Ora, chiarite le competenze, il Ministero dell’Ambiente si adoperi”

La relazione di aggiornamento sull’inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) in alcune aree della regione Veneto – che arriva ad una anno di distanza dalla prima approvata nel febbraio 2017 dalla stessa commissione bicamerale di inchiesta – contiene secondo Legambiente conferme importanti ed indicazioni inequivocabili per accelerare gli interventi a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini inquinati.

Nelle circa 60 pagine di aggiornamento si può chiaramente leggere come Miteni abbia omesso di informare gli Enti preposti e che, ancora oggi, pur “perfettamente a conoscenza che la sorgente dell’inquinamento non era mai stata rimossa e che la stessa continuava a contaminare il terreno e la falda” non ha mai comunicato gli studi in suo possesso alla conferenza di servizi. E la Commissione si spinge oltre, sostenendo che “probabilmente l’unica ragione di tale comportamento improprio deve essere ravvisata nella volontà della società di occultare l’inquinamento del sito industriale e della falda sottostante“. Sono considerazioni queste che secondo Legambiente pesano come un macigno e che dovrebbero stimolare interventi urgenti a partire dall’individuazione e nomina da parte del Governo in un super commissario che possa valutare la sospensione delle attività produttive dell’azienda per procedere ad una immediata bonifica dei terreni dello stabilimento. Intervento necessario e imprenscindibile per Legambiente dato che la bonifica definitiva della falda non si potrà effettuare fino a quando non saranno bonificati i terreni dello stabilimento.

Emerge inoltre dalla relazione quanto sia indispensabile la definizione dei limiti per i tutti i pfas in tutte le matrici ambientali. Limiti oggi normati solo per alcuni composti per la matrice acqua e oggetto di un battage politico e mediatico di rimpallo di responsabilità tra Stato e Regione che non ha fatto altro che esasperare i toni del conflitto tra cittadini e decisori politici distraendo dalla naturale discussione su di una più rapida normazione della produzione utilizzo e corretto smaltimento delle vecchie e nuove molecole di sintesi chimica (tra cui i Pfas), oggi sempre più note alle cronache con il nome di “inquinanti emergenti” e con i quali l’ecosistema e le comunità colpite si trovano a fare i conti sempre più spesso. Nel frattempo – ricorda Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto – i cittadini restano in attesa dell’avvio delle uniche soluzioni concrete possibili: la realizzazione di una nuova presa dell’acquedotto per servire le aree inquinate e la bonifica dall’inquinamento. Ed a pagarne le spese purtroppo, sono l’acqua, l’ambiente e la salute di tutti”.

Indicazione chiare quindi quelle della Commissione, che secondo Legambiente potranno aiutare anche i candidati alle prossime elezioni politiche a fare chiarezza sulla legislazione di riferimento, sui gradi di responsabilità di Stato e Regione e sui necessari impegni ed interventi parlamentari che dovranno affrontare se eletti. Per questo Legambiente con il Coordinamento Acqua Libera da Pfas – che raccoglie oltre 20 tra associazioni e comitati territoriali e migliaia di cittadini inquinati – ha inoltrato ieri alle segreterie delle liste e partiti candidati in veneto, un testo da sottoscrivere per esplicitare a cittadini ed elettori il proprio impegno a realizzare azioni e iniziative che sollecitino l’avvio concreto dei processi di “phasing out” del comparto chimico, industriale ed agricolo e che promuovano la messa al bando di tutti i Pfas.

“Abbiamo ovviamente chiesto – conclude Lazzaro – anche di confermare l’impegno ad agire a tutela dei cittadini e in sinergia con le Amministrazioni Locali, per il concretizzarsi in tempi ragionevoli delle due priorità qui già richiamate: una nuova presa dell’acquedotto per le aree contaminate e la bonifica dall’inquinamento. Vedremo nei prossimi giorni quanti candidati vorranno rispondere su di un tema così importante che minaccia direttamente la qualità della vita di almeno 10% della popolazione del veneto oltre la qualità ambientale ed economica della nostra regione”.

La lettera e le domande sono pubblicate sul sito www.legambienteveneto.it

Ufficio stampa Legambiente Veneto: 0425.27520

(Legambiente Veneto)

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