Le proposte di Sistema Gioco Italia per la riforma dell’industria dell’azzardo

I numeri dell’industria del gioco d’azzardo in Italia continuano a registrare una crescita costante, in tutte le declinazioni del settore: l’online mette a referto una raccolta al netto delle vincite pari a 1,3 miliardi di euro, slot e videolottery portano un miliardo di euro al mese nelle casse dello stato e la raccolta totale di tutta l’industria si avvicina ai 100 miliardi di euro annui. Eppure, nonostante questi segnali di salute, la fondazione Sistema Gioco Italia ritiene che il settore abbia bisogno di un netto rilancio oltre che di un rinnovo della legislazione.

Gli effetti del Decreto Dignità sul settore del gioco

Non solo il lancio di un monito ma un vero e proprio manifesto di proposte che è stato presentato, non a caso, nello stesso periodo di entrata in vigore del Decreto Dignità, convertito in legge il 7 agosto, ampiamente osteggiato dagli addetti ai lavori. L’articolo 9 della legge voluta da Luigi Di Maio, al comma 1, introduce il divieto di qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, che riguardi giochi o scommesse con vincite in denaro, effettuata in qualunque modo e con qualunque mezzo, incluse manifestazioni sportive, culturali, artistiche, trasmissioni televisive e radiofoniche, stampa e qualsiasi genere di pubblicazioni, fino ai social media.

La norma, nella sua parte riguardante il gioco, è stata accolta dall’opinione pubblica senza rimostranze, anzi: la missione di combattere il disturbo da gioco d’azzardo non può che essere condivisibile. Gli operatori del settore però ritengono che la norma sia una sorta di unicum propagandistico che non risolverà il problema ma anzi alimenterà il gioco d’azzardo illegale, lasciando inalterate altre situazioni di criticità di un settore che, nonostante i dividendi, necessita di una riforma.

Uniformare il distanziometro

Una delle principali discussioni emerse dall’assemblea pubblica organizzata dall’ente affiliato a Confindustria riguarda la poca uniformità dell’ordinamento sulla gestione dei locali di gioco (o che siano in possesso di slot machine). Negli ultimi 4 anni gli enti locali hanno promulgato una serie di provvedimenti quali il famoso “distanziometro”, il divieto di aprire o mantenere operativa un’attività di gioco sotto una certa distanza da una serie di luoghi sensibili come scuole e chiese.

SGI spinge per trovare una soluzione unica, una legislazione chiara che uniformi i vari ordinamenti autonomi dei territori. Si parla anche di slot più sicure, di nuova generazione e uniformate per quanto riguarda il funzionamento orario (anch’esso attualmente soggetto a variazioni da comune a comune). Il Decreto Dignità già prevede che dal 1° gennaio 2020 sarà obbligatoria la tessera sanitaria per azionare le slot, tra le proposte SGI viene aggiunta la riduzione del numero massimo di apparecchi nel canale generalista da 8 a massimo 4 e la totale esclusione dei macchinari dai locali sotto i 20 mq e nei canali generalisti secondari.

Si punta anche sul rafforzamento delle linee guida nazionali sull’impatto urbano e sull’uniformità della comunicazione di prossimità, cioè al decoro delle vetrine dei punti di gioco. La proposta è essenziale: togliere ogni riferimento al gioco e lasciare solo il marchio del concessionario in modo da segnalare la presenza di un punto gioco ma senza pubblicizzare le scommesse o ledere il decoro urbano.

Pubblicità regolamentata, non vietata

Nel luglio 2014 la Commissione Europea ha raccomandato gli Stati membri di inserire nelle normative in materia di giochi delle direttive anche sulle tutele del consumatore. Qualunque cambiamento apportato andrebbe comunicato ai giocatori e quindi, alla larga, pubblicizzato. Secondo questo ragionamento proposto da SGI eliminare totalmente la pubblicità significa solo creare più ambiguità nel confronto con quella illegale, oltre ad aver reso l’Italia l’unico paese che per il momento ha intrapreso questa direzione.

La voce inviata a Di Maio promuove quindi una regolamentazione ferrea accompagnata da un rafforzamento della sicurezza del gioco online (con la chiusura dei flussi finanziari verso i canali ritenuti illeciti o non certificati), con un importante investimento in formazione dei gestori per contrastare il gioco compulsivo, ma non sbarrando solo la strada alla réclame.

Inoltre, il riferimento all’Europa scatta anche quando si parla di prelievo erariale. Secondo le stime SGI, convertendo l’attuale livello di prelievo alla diversa modalità di calcolo europea viene fuori che la pressione fiscale media applicata dal nostro paese e al 58,4%, rispetto al 38% della Spagna, al 25% del Regno Unito ed al 22% della Germania. Sistema Gioco Italia propone il passaggio alla modalità europea, quindi con il prelievo sul margine e non sulla raccolta.

Rilanciare Bingo e Ippica

Bingo e ippica sono gli ultimi punti presentati dalla fondazione di Confindustria, in particolare la necessità di un importante piano di rilancio. Attualmente ci sono ben 200 punti Bingo su tutto il territorio che danno lavoro a 10 mila persone. È dal 2014 che il settore attende un bando di assegnazione delle concessioni che attualmente vengono sostituite da una proroga onerosa da ben 90mila euro l’anno. L’offerta relativa al gioco si è estesa anche al web dove importanti operatori del settore hanno introdotto il Bingo anche come gioco online, resta però da riqualificare tutto l’apparato delle strutture fisiche.

Discorso simile anche per l’ippica che è ormai un settore in crisi da diversi anni. Dal 2013 è sotto il controllo del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, un fattore che tiene in vita il settore e allo stesso tempo lo immobilizza. Secondo SGI la gestione ministeriale ha appesantito il settore e reso l’offerta poco appetibile perfino per gli addetti ai lavori. La richiesta anche in questo caso è dare un colpo di spugna e aprire un rivoluzionario nuovo corso.

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