Insegnanti del liceo veneziano boicottano incontro con le forze armate – Villanova (ZP): «Atto gravissimo. Invito quegli insegnanti a studiare la storia»

 Venezia, 29 ottobre 2019 – «Respingere la testimonianza dei rappresentanti delle Forze Armate equivale a ignorare la storia e il sacrifico di chi ha dato la vita per il nostro Paese. Un gesto grave, quello dei docenti del liceo veneziano Marco Polo, che denota ignoranza e scarso rispetto per le istituzioni. Il 68 è finito, chiedano scusa. La situazione è paradossale. L’invito fatto dal dirigente scolastico del Liceo Marco Polo di Venezia a due ufficiali di Marina Militare e Guardia di Finanza in occasione della celebrazione del 4 novembre, Festa delle forze armate e dell’Unità nazionale, si è trasformato in un caso. Un gruppo di insegnanti infatti, in nome del pacifismo, si è accanito contro l’iniziativa di fatto boicottandola in segno di protesta. Agli insegnanti che hanno peraltro coinvolto in questa protesta gli studenti vorrei ricordare che le forze armate sono un pilastro del nostro ordinamento e che hanno piena dignità tra le altre istituzioni, come quella scolastica, e pertanto meritano rispetto e collaborazione». Così Alberto Villanova, presidente della Commissione Cultura in Consiglio regionale del Veneto e consigliere regionale del gruppo Zaia Presidente, commenta quanto accaduto al liceo Marco Polo di Venezia.

«Tengo a precisare che la cattedra non è il luogo dove fare politica, soprattutto se strumentale e contraria ai principi della Costituzione, che assegna alle forze armate un ruolo fondamentale celebrato ogni anno con il 4 Novembre. Nell’esprimere la piena solidarietà al dirigente scolastico, non posso che condannare duramente il gesto di protesta. Consiglio ai docenti non solo di tornare sui propri passi, ma di trovare ispirazione nelle testimonianze. Questo gesto di intimidazione verso le Forze Armate in nome di un presunto pacifismo è un atto gravissimo, che dimostra la profonda ignoranza rispetto alla storia del nostro Paese e del nostro territorio, per questo li invito a rileggere pagine di testimonianze come quella di “Centomila gavette di ghiaccio” di Giulio Bedeschi, “Un anno sull’Altipiano” di Lussu o “Il sergente nella neve” di Rigoni Stern, giusto per citarne alcune, dove si comprende il sacrificio di migliaia di ragazzi. Ritengo sia molto più dannoso che ci siano alcuni professori che usano la scuola per fare politica rispetto a due ufficiali delle forze armate che portano la loro testimonianza in un incontro. Mi hanno insegnato che l’unico antidoto all’ignoranza è la cultura. Consiglio quindi agli insegnanti che hanno boicottato l’incontro di superare l’ideologia sessantottina, insegnando agli studenti a comprendere come siamo arrivati oggi a questo livello di benessere, di libertà civili e di pace grazie al sacrificio di tanti loro coetanei».

(Lega Nord)

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