MALTEMPO. COLDIRETTI VENETO, A RISCHIO GLI ALLEVAMENTI DI CANNOLICCHI E VONGOLE.
PERSE LE RETI IN LAGUNA E LE CAVANE IN POLESINE.
ANIMALI ISOLATI E COLTURE DISTRUTTE, E’ CALAMITA’ IN TUTTA ITALIA
17 novembre 2019 – L’entità dei danni aumenta di giorno in giorno. Da nord a sud del Paese la situazione nelle campagne è difficile. In Veneto – afferma Coldiretti – alla conta delle perdite si aggiungono anche quelle subite dai pescatori.
Reti divelte in laguna, attrezzature disperse nel polesine, interi allevamenti compromessi lungo il litorale: secondo Coldiretti sono a rischio cannolicchi e vongole e dunque le tipicità del menù di Natale.
Le infiltrazioni d’acqua dolce dai fiumi e le mareggiate con detriti sono fatali per queste specie dell’Adriatico. E’ allarme sugli effetti in agricoltura della nuova perturbazione anche con l’ arrivo della neve che in montagna ha reso difficili i collegamenti. Animali isolati, foraggi per alimentazione del bestiame perduti, piante sradicate, serre rovesciate, ortaggi distrutti e frutteti affogati nelle isole, macchinari agricoli rovinati e con capannoni scoperchiati ma anche – sottolinea la Coldiretti – frane e smottamenti sulle strade rurali con difficolta alla circolazione. L’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai diventata la norma anche in Italia tanto che siamo di fronte ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione che – evidenzia Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali e territoriali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. Le precipitazioni sempre più intense e frequenti con vere e proprie bombe d’acqua si abbattono – precisa la Coldiretti – su un territorio reso fragile dalla cementificazione e dall’abbandono con più di nove comuni su dieci a rischio per frane o alluvioni (91,3%) secondo Ispra. Il settore agricolo – conclude la Coldiretti – è quello più impegnato a contrastare i cambiamenti climatici ma anche quello più colpito con danni per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e alle infrastrutture nelle campagne.