Politica – Ciambetti protagonista alla IX Assise della Sussidiarietà a Roma nell’Aula del Senato: “Solo credendo nelle Regioni l’UE può governare la complessità evitando divisioni e fratture”

Politica – Ciambetti protagonista alla IX Assise della Sussidiarietà a Roma nell’Aula del Senato: “Solo credendo nelle Regioni l’UE può governare la complessità evitando divisioni e fratture”

(Arv) Venezia, 22 nov. 2019   –  “Quale istituzione più di un Parlamento regionale è la giusta via affinché i principi regolatori dell’esercizio delle competenze dell’Unione, il principio di sussidiarietà e il principio di proporzionalità, svolgano la loro funzione di filtro e salvaguardia delle competenze”? La domanda è stata posta dal Presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, Vice-Coordinatore della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome e membro del Comitato europeo delle Regioni, il cui intervento ha segnato uno dei momenti emblematici della IX Assise della Sussidiarietà dal titolo “Sussidiarietà attiva: creiamo insieme un valore aggiunto europeo” ospitata nell’Aula di palazzo Madama sede del Senato. Dopo aver sottolineato l’importanza dell’ospitalità data dal Senato “che ha confermato una volta di più la vicinanza istituzionale alle Assemblee legislative regionali non solo mettendo a disposizione dell’evento l’Aula, che è simbolo e tempio laico di libertà, democrazia e pluralismo, ma intervenendo con il suo Presidente, oltre che con i suoi Questori e la senatrice Emma Bonino” Ciambetti ha voluto ricordare come “Sussidiarietà e proporzionalità compaiono nel diritto della Comunità Europea con il Trattato di Maastricht, cioè all’indomani della caduta del Muro di Berlino perché si era ben compreso che stava nascendo un nuovo mondo e un nuovo mondo doveva, per usare l’espressione profetica di Dahrendorf, quadrare il cerchio tra benessere economico, coesione sociale e libertà politica, quadrare il cerchio per salvare lo stato sociale basato sulla democrazia. La soluzione era chiara: sussidiarietà e proporzionalità. Nel 2009, il trattato di Lisbona avrebbe poi associato il Comitato delle regioni al controllo del principio di sussidiarietà, ribandendo il ruolo delle Regioni nell’architettura istituzionale europea come Istituzioni più prossime ai cittadini. Questa strada negli anni si è smarrita e ciò ha portato l’UE ad essere obsoleta, marginale nelle strategie internazionali e incapace di dialogare con i cittadini”. Ciambetti ha quindi rimarcato più volte la necessità di evitare il neo-centralismo di Bruxelles e degli stati nazionali: “L’Unione europea si è costruita sul rispetto delle identità nazionali e locali dei suoi membri: tenere conto di queste diversità presenta elementi di complessità non eliminabili, pena la divisione e il distacco tra l’Unione e i territori, tra l’Unione e i cittadini. La diversità e le singole identità, le Regioni d’Europa sono valori da tutelare e  per farlo dobbiamo essere pronti a affrontare e governare la complessità.”

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(Consiglio Veneto)

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