Spisal, senza assunzioni impossibile garantire la sicurezza…

Sinigaglia e Fracasso: “A fianco degli ispettori Spisal: mancano le risorse per i controlli. Zaia mantenga le promesse”

“La preoccupazione degli Spisal è la nostra: senza risorse, umane ed economiche, è impossibile fare una vera prevenzione nei luoghi di lavoro. E questo è ancor più grave, visto che il numero degli incidenti, anche mortali, continua ad aumentare. Niente di nuovo, insomma: dalla Giunta Zaia tante chiacchiere e pochi fatti”. Così il consigliere del Partito Democratico Claudio Sinigaglia e il capogruppo Stefano Fracasso, esprimono pieno sostegno alla protesta del personale Spisal, che ha dichiarato lo stato di agitazione, con sciopero tra il 21 e il 27 ottobre, in occasione della Settimana europea della sicurezza sul lavoro. “Oltre un anno fa era stato siglato un accordo con i sindacati per l’assunzione di nuovi ispettori, di cui 30 entro il 31 dicembre 2018. I numeri però sono sostanzialmente identici perché si tratta in gran parte di sostituzione del personale andato in pensione. Gli operatori sono 140, molti meno rispetto a Emilia Romagna e Toscana, per fare due esempi, che pure hanno una popolazione inferiore rispetto al Veneto. Veneto che, lo vogliamo ricordare, è una delle regioni con il maggior numero di incidenti sul lavoro; solo nell’ultima settimana ci sono stati due morti”.

“Per fare una prevenzione seria e aumentare i controlli, servirebbe un piano consistente di assunzioni, perché allo stato attuale, dati Spisal, in dodici mesi viene controllato appena il 4% delle aziende, al di sotto del minimo imposto dalla legge, trascurando inoltre interi settori, visto che le verifiche si concentrano nei comparti con il più alto numero di infortuni. Nei giorni scorsi abbiamo presentato l’ennesima interrogazione sul tema, aspettiamo che la Giunta Zaia dia a noi, ma soprattutto ai lavoratori, le risposte che attendono da anni. Oltre a ciò, i dipendenti Spisal devono pure fare i conti con la beffa economica: si sono visti tagliare in media 5mila euro l’anno, la parte di stipendio legata ai ‘numeri soglia’ di intervento. Se vogliamo un Veneto migliore e più civile, non è questo il settore su cui risparmiare”.

(Partito Democratico)

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