Tasse, burocrazia e scarsi investimenti frenano il Veneto di domani

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Treviso, 30 novembre 2019 | Tasse, burocrazia e pochi investimenti sono i principali fattori che frenano lo sviluppo e la crescita economica del Veneto secondo le imprese e i cittadini, intervistati da SWG per una ricerca di Unioncamere Veneto. Dall’indagine, condotta su una campione di 400 imprenditori e 966 cittadini, e presentata venerdì 29 novembre 2019 nella sede di TEXA s.p.a., emerge una percezione di moderata positività rispetto alla situazione veneta e aziendale. Benché l’economia venga considerata in peggioramento negli ultimi cinque anni, le imprese sembrano, infatti, reggere l’urto e sperare in un miglioramento, a patto che vengano sbloccati alcuni ostacoli che impediscono al territorio di emergere ed essere competitivo.

Il 62% degli intervistati considera la burocrazia statale il primo freno allo sviluppo e al fare impresa, il 59% accusa la forte tassazione dello Stato, il 28% attribuisce la colpa alla mancanza di una politica che aiuti a trattenere i giovani talenti, il 27% lamenta la mancata autonomia regionale, il 21% la carenza di investimenti in infrastrutture da parte dello Stato e il 17% la mancanza di una politica nazionale a favore di investimenti privati sul territorio.

Siamo in zona Cesarini! I dati parlano chiaro, gli imprenditori sono stanchi di continuare a rincorrere la palla senza andare mai a segno, hanno dato e stanno dando il massimo per restare al passo, ma troppa burocrazia, troppe tasse e scarse risorse rischiano di far perdere al Veneto la partita della competitività – commenta Mario Pozza, presidente Unioncamere VenetoLe Camere di Commercio ce la stanno mettendo tutta per dare alle imprese il supporto e i servizi utili all’internazionalizzazione, alla trasformazione digitale, all’orientamento al lavoro e alle professioni, nonostante da quattro anni siano appese a una riforma, assolutamente a costo zero per lo Stato, ma che nessuno ha il coraggio di portare a termine”.

Senza una politica che riconosca le reali esigenze di un territorio, di un Paese, senza investimenti nelle infrastrutture e con continue tassazioni sulle spalle degli imprenditori e dei cittadini è difficile continuare a stare in gioco – continua PozzaNon a caso il dato che fa maggiormente riflettere, è quello che evidenzia come l’81% degli intervistati ritenga l’autonomia regionale un fattore incisivo per il rilancio dell’economia”.

Secondo i cittadini a limitare lo sviluppo del Veneto sono perlopiù fattori nazionali (71%), più che quelli locali 12% e internazionali 12%. La sensazione generale è quella di sentirsi trascurati da parte dello Stato, a confermarlo è il 38% degli imprenditori e il 51% dei cittadini. Il 47% degli intervistati pensa che a penalizzare maggiormente l’innovazione del sistema economico del Veneto siano i ridotti investimenti in ricerca e sviluppo, il 36% la mancanza di investimenti nazionali nell’innovazione tecnologica, il 20% una banda larga ancora insufficiente e il 19% lo scarso sostegno al mercato digitale dell’e-commerce. Tra gli interventi da attuare da attuare con più urgenza le imprese vedono la semplificazione della burocrazia (53%), l’investimento sulla formazione professionale dei giovani e l’innovazione tecnologica (27%) e il sostegno alle nuove imprese (23%).

Quanto agli investimenti in infrastrutture la priorità per le imprese de Veneto è di terminare la terza corsia sull’A4 (35%), completare la Pedemontana (31%) e investire nella banda larga (27%). Mentre per i neo imprenditori le priorità sono lo snellimento delle pratiche burocratiche (44%), la riduzione del costo del lavoro e un aumento delle agevolazioni fiscali (31%) e un accesso al credito più facile (21%).

LA SINTESI DELLO STUDIO SWG

(Unioncamere del Veneto)

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