Ambiente – Bartelle, Ruzzante, Guarda (Veneto 2020): “Secondo il rapporto di Arpav ci sarebbero i Pfas in tratti del Po la cui acqua viene potabilizzata; la Regione amplierà lo screening?”

Ambiente – Bartelle, Ruzzante, Guarda (Veneto 2020): “Secondo il rapporto di Arpav ci sarebbero i Pfas in tratti del Po la cui acqua viene potabilizzata; la Regione amplierà lo screening?”

(Arv) Venezia, 20 gen. 2020  – “Nel maggio 2019 avevamo presentato un’interrogazione, la IRI n. 760, per chiedere che, in seguito ai ritrovamenti di Pfas nel rodigino, lo screening fosse ampliato a tutti i residenti in Veneto. La Giunta ci aveva risposto di non ritenere sussistenti i presupposti per giustificare l’estensione dello screening”. Lo ricordano, in una nota, i Consiglieri regionali del Coordinamento Veneto 2020 Patrizia Bartelle (Italia in Comune), Piero Ruzzante (Liberi e Uguali) e Cristina Guarda (Civica per il Veneto) che aggiungono: “In seguito, nell’ottobre del 2019, nel corso di un seminario, Arpav aveva evidenziato un parallelismo tra Miteni e la realizzazione di nuove discariche le quali, se collocate in zone di ricarica degli acquiferi, comportano il rischio di percolazione e quindi di contaminazione da Pfas delle falde. Avevamo quindi presentato un’altra interrogazione, la IRI n. 837, per chiedere alla Regione, ancora una volta, se non fosse opportuno ampliare lo screening Pfas a tutti i veneti. Ancora una volta la Regione ha ritenuto non sussistenti i presupposti perché le soglie limite sono ‘PFOA+PFOS inferiore o uguale a 90 ng/l di cui il PFOS non superiore a 30 ng/l ed i valori della somma degli altri PFAS inferiore o uguale a 300ng/l’. Eppure – continuano Bartelle, Ruzzante e Guarda – la tabella n. 9.10 di pagina 184 del Rapporto acque 2018 di Arpav pubblicato nell’ottobre 2019 evidenzia come nelle stazioni di rilevamento n. 229, 227 e 347, tutte in Provincia di Rovigo, siano state identificate come siti non conformi. Ci chiediamo quindi se alla luce di queste risultanze non sia il caso di estendere lo screening quantome­no si residenti delle zone in cui l’acqua potabile è attinta da questo tratto del Po. E lo chiediamo – concludono Bartelle, Ruzzante e Guarda – anche alla Giunta con un’interrogazione che abbiamo depositato questa mattina”.

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(Consiglio Veneto)

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