Enti locali – Salemi (PD): “Fusione di Comuni, sì del Partito Democratico. La Giunta però accompagni questi processi, le amministrazioni locali e i territori non devono essere lasciati soli”

Enti locali – Salemi (PD): “Fusione di Comuni, sì del Partito Democratico. La Giunta però accompagni questi processi, le amministrazioni locali e i territori non devono essere lasciati soli”

(Arv) Venezia, 14 gen. 2020 – “Sicuramente c’era bisogno di un aggiornamento alla legge del 1992 in modo da regolamentare al meglio la materia delle fusioni. Da parte nostra siamo favorevoli alle modifiche, ma la Regione deve accompagnare seriamente questi processi. Negli ultimi anni ci sono stati casi eclatanti dove i territori hanno risposto in maniera opposta alle proposte degli amministratori, a dimostrazione che si trattava di scelte forzate e non di approdi naturali dettati da omogeneità culturali, storiche, economiche, sociali tra diverse comunità. Le fusioni non costituiscono un elemento di appeal, appena 14 in Veneto in linea con la media nazionale, e finora sono avvenute soprattutto perché hanno beneficiato del ‘doping’ dell’intervento statale che prevedeva incentivi importanti. Ma non può essere l’unica ragione che porta due o più Comuni a unirsi, la fusione deve essere l’approdo naturale di un percorso partecipato e condiviso tra comunità. Basti vedere cosa è successo con la Finanziaria gialloverde 2019: il sistema è andato in tilt perché c’è stata una riduzione dei contributi statali e questo mette oggi a rischio le amministrazioni che hanno optato per la fusione”. A dirlo è la Vicecapogruppo del Partito Democratico Orietta Salemi nella discussione generale sul provvedimento affrontato oggi pomeriggio dall’assemblea di Palazzo Ferro Fini, che andrà in votazione la prossima settimana. “L’applicazione della legge 25 ha mostrato fin qui diverse criticità, è mancata una sorta di regia regionale e c’è stata una disomogeneità di risposta nei vari territori. C’era necessità di mettere ordine alla materia, con criteri e parametri utili alle amministrazioni che intendono procedere verso le fusioni, rendendo la scelta più partecipata possibile. E la reintroduzione del quorum, per esempio, va nella direzione giusta. Nel 2013 Zaia parlava di processo irreversibile, che avrebbe portato i Comuni da 581 a 150, dopo sei anni le cose sono andate diversamente, perciò serve un cambio di passo reale. Magari – conclude Salemi – rilanciando un ruolo da protagonista della Cal, nel processo di pianificazione di queste dinamiche aggregative”.

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(Consiglio Veneto)

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