Firmato a Trieste il protocollo d’intesa tra Consiglio regionale veneto e Unione degli istriani per la conoscenza di foibe ed esodo istro-dalmata

Firmato a Trieste il protocollo d’intesa tra Consiglio regionale veneto e Unione degli istriani per la conoscenza di foibe ed esodo istro-dalmata

(Arv) Venezia 12 feb. 2020 – E’ stato firmato dal Segretario generale del Consiglio regionale del Veneto, dottor Roberto Valente, quest’oggi a Trieste il protocollo di intesa tra l’assemblea legislativa veneta e  l’Associazione “Unione degli Istriani Libera provincia dell’Istria in esilio”, per la divulgazione e approfondimento della storia del profugato e dell’esilio a cui furono costretti migliaia di cittadini italiani, istro-veneti, giuliani e dalmati a partire dal 1943 con la tragedia delle foibe e delle violenze subite dalle nostre comunità. In virtù di questa intesa, l’Unione degli Istriani presenterà al Consiglio regionale una serie di iniziative formative per i consiglieri regionali veneti, iniziative a cui potranno partecipare anche agli studenti della nostra regione. Alla cerimonia svoltasi nella sede triestina dell’associazione degli esuli istriani era presente una delegazione di consiglieri regionali veneti, guidati dal presidente della VI commissione, Alberto Villanova. Prima della cerimonia triestina la delegazione veneta aveva visitato il campo di Padriciano, la Foiba Plutone quindi si è recata a Basovizza prima di raggiungere Trieste. “La collaborazione tra l’assemblea legislativa veneta e l’Associazione Unione degli istriani raccoglie l’invito del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a coltivare la memoria nella consapevolezza che ‘oggi il vero avversario da battere, più forte e più insidioso, è l’indifferenza che si nutre spesso della mancata conoscenza’  ha detto il segretario generale Valente nel corso della cerimonia citando appunto il recente intervento del Capo dello Stato –  Con il nostro protocollo anche noi vogliamo dare un contributo concreto per contrastare ignoranza e indifferenza, informando soprattutto i più giovani, mobilitando le coscienze perché è il momento di cancellare infondati pregiudizi,  falsità e silenzi colpevoli, sostituendo a questi la ricostruzione storica ripulita da preconcetti che ancor oggi purtroppo travisano la verità e non rendono il giusto onore  a quanti soffrirono pene indicibili, a chi morì, a chi fu costretto ad abbandonare senza risarcimento alcuno proprietà, beni materiali, ma anche  la propria patria, affetti e la propria storia con una lacerazione indicibile, di cui questa cittadina che oggi ci ospita fu testimone con il suo grande campo profughi, primo rifugio i chi aveva perso tutto.  Ricordare non significa accusare, anzi – ha proseguito Valente – Quanto accadde lascia ancora oggi attoniti e sgomenti. ‘Comprendere è impossibile, conoscere è necessario’ disse Primo Levi. Questo è il vero senso della nostra presenza e dell’impegno che oggi ci assumiamo in questo luogo simbolico del dolore che investì istriani, quarnerini, dalmati, in fuga da terre, isole e città che per secoli erano state parte integrante della Repubblica di Venezia e di cultura italiana”. Valente ha quindi ricordato i versi che Dante Alighieri aveva riservato all’Istria e ha concluso dicendo che “la storia delle foibe, del profugato e dell’esilio istro-dalata non è finita nell’oblio ma resta monito a noi tutti, lezione per le generazioni future sulla necessità della civile convivenza, del rispetto reciproco. Sul rancore non si costruisce nulla: il ricordo sincero, la verità storica, invece, sono solide base su cui costruire un futuro di giustizia e libertà”.

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(Consiglio Veneto)

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