Politica – Veneto 2020 e M5S: “Modifiche allo Statuto regionale, la maggioranza ha rotto il patto costituente del 2012. La parola torni al popolo: serve un referendum confermativo”

Politica – Veneto 2020 e M5S: “Modifiche allo Statuto regionale, la maggioranza ha rotto il patto costituente del 2012. La parola torni al popolo: serve un referendum confermativo”

(Arv) Venezia 18 feb. 2020 –    “Lo Statuto della Regione del Veneto, nella versione attuale, venne approvato all’unanimità, ma la Lega ha deciso di rompere quel patto statutario approvando una modifica della carta fondamentale della Regione che trasforma in obbligo quella che oggi è un’opzione: se ad oggi, infatti, i componenti della Giunta regionale possono essere scelti fra i Consiglieri regionali o, per una percentuale non superiore al cinquanta per cento, tra cittadini esterni al Consiglio, in virtù della modifica statutaria approvata dalla maggioranza gli assessori saranno solo esterni. Noi intendiamo sottoporre al giudizio dei cittadini questa scelta, con l’indizione di un referendum confermativo”. È questo, in estrema sintesi, quanto affermato dai Consiglieri regionali del coordinamento Veneto 2020 Piero Ruzzante (Liberi e Uguali), Patrizia Bartelle (Italia in Comune) e Cristina Guarda (Civica per il Veneto), e del Movimento 5 Stelle Jacopo Berti, Erika Baldin, Manuel Brusco e Simone Scarabel, durante la conferenza stampa che si è svolta oggi a Venezia, presso palazzo Ferro Fini, sede dell’Assemblea legislativa veneta. Le dichiarazioni sono riferite all’approvazione in seconda lettura della modifica della Legge Statutaria 17 aprile 2012, n. 1, ‘Statuto del Veneto’, avvenuta il 4 febbraio. Ed è stato in particolare il Consigliere Ruzzante, seguito dai colleghi del coordinamento Veneto 2020 e dai Consiglieri del Movimento 5 Stelle, ad apporre la prima firma sulla richiesta indirizzata al Presidente del Consiglio regionale per chiedere, ai sensi dell’art. 12 della L. reg. n. 28/2003 “Disciplina del referendum sulle leggi di approvazione o modifica dello Statuto regionale ai sensi dell’art. 123 della Costituzione”, la possibilità di autenticare le firme dei Consiglieri regionali sottoscrittori della richiesta di referendum.

“Si tratta di un’operazione che comporterà ulteriori costi per i veneti – ha puntualizzato Ruzzante – perché dai nostri calcoli la nomina dei 10 assessori comporterà un aumento della spesa di circa 7 milioni di euro, con l’elemento ulteriore che quei 10 assessori non sarano eletti dal popolo, bensì individuati direttamente dal Presidente che, per effetto della legge elettorale, potrà disporre di un premio di maggioranza con il 40% dei voti. Avevamo lavorato assieme per la riduzione dei costi e per la riduzione del numero dei Consiglieri, ma in questo modo si ritorna al 1995, ai tempi di Galan. Per indire il referendum ci servono undici firme; oggi siamo arrivati a sette: ci rivogliamo a tutti i Consiglieri per poter raggiungere la soglia richiesta”.

“Noi del Movimento 5 Stelle non abbiamo vissuto l’epoca del patto statutario – ha evidenziato il Consigliere Brusco – ma osserviamo che la situazione attuale si regge sull’equilibrio tra assessori interni ed esterni che corrisponde al contrappeso tra il voto dei cittadini e le scelte del Presidente. L’equilibrio è stato spezzato ed abbiamo volentieri accolto la proposta referendaria fatta dal Consigliere Ruzzante in Aula durante la discussione generale sulla modifica dello Statuto. Ora aspettiamo tutte le minoranze: ci sono 90 giorni di tempo, ma il momento politico è importante. Il PD non ha ancora sottoscritto la richiesta, ora ha la possibilità di fare una scelta coraggiosa, dopo la distruzione del patto statutario del 2012”.

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(Consiglio Veneto)

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