Covid-19 – Ruzzante, Bartelle, Guarda (Veneto 2020): “Forte incremento di tamponi ed esami ematici, ospedali di comunità per positivi asintomatici. La Regione intende attivarsi?”

Covid-19 – Ruzzante, Bartelle, Guarda (Veneto 2020): “Forte incremento di tamponi ed esami ematici, ospedali di comunità per positivi asintomatici. La Regione intende attivarsi?”

(Arv) Venezia, 23 mar. 2020 – “Quando Zaia ha annunciato di i tamponi “a tappeto” eravamo d’accordo con lui e lo abbiamo detto. Del resto, i principali esperti concordano sulla necessità di ampliare il controllo sul territorio per individuare con tempestività i positivi e, in particolare, quelli asintomatici che costituiscono un vettore di diffusione del virus. Ora, passata una settimana, chiediamo alla Regione del Veneto di attivare delle “Unità mobili COVID-19” in grado di incrementare in maniera sensibile i tamponi e di svolgere una campagna capillare di esami ematici, a partire dalle categorie più esposte di cittadini: pensiamo ai lavoratori delle catene del commercio o agli ospiti delle strutture residenziali protette. La comunità scientifica ci dice che con il monitoraggio diffuso, che permette di individuare tempestivamente il virus, può ridurre gli accessi in ospedale e dunque contribuisce ad evitare il collasso del sistema sanitario”.
Così i Consiglieri regionali del coordinamento Veneto 2020 Piero Ruzzante (Liberi e Uguali), Patrizia Bartelle (Italia in Comune) e Cristina Guarda (Civica per il Veneto) che in una nota annunciano di aver depositato nella giornata di oggi “un’interrogazione urgente, sollecitata dal segretario regionale di Articolo Uno, Gabriele Scaramuzza, per chiedere alla Giunta di attivare il monitoraggio territoriale e domiciliare della popolazione tramite delle nuove “Unità mobili COVID-19” e di ricorrere a strutture a bassa intensità per consentire ai positivi asintomatici di trascorrere in condizioni di assoluta sicurezza per sé e per i propri familiari l’isolamento volontario”.

“Queste strutture possono essere individuate utilizzando i posti letto degli ospedali di comunità già attivati – spiegano i Consiglieri – oppure individuando strutture non più utilizzate o utilizzate solo parzialmente. Si potrebbe anche rivedere l’organizzazione complessiva delle strutture individuate come Covid Hospital dove, come nel caso di Trecenta che in passato ha ospitato fino a 222 posti letto, ci sono ancora molti spazi da utilizzare per questa nuova emergenza. Così facendo si potrebbe abbattere il rischio di diffusione del contagio, che resta alto nel caso dell’auto isolamento in casa: nel proprio domicilio non è sempre possibile assicurare l’assenza di contatti con gli altri, pensiamo ai familiari. In una struttura sanitaria il decorso dell’auto isolamento volontario può avvenire in assoluta sicurezza”.

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(Consiglio Veneto)

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