Emergenza coronavirus – Bigon (PD): “Preoccupata per il boom di contagi e decessi nel Veronese: servono più tamponi”

Emergenza coronavirus – Bigon (PD): “Preoccupata per il boom di contagi e decessi nel Veronese: servono più tamponi”

(Arv) Venezia 27 mar. 2020 –     “La crescita dei contagi e dei decessi, cinque solo tra la scorsa notte e questa mattina, in provincia di Verona è molto preoccupante, anche perché le persone in terapia intensiva sono già un centinaio e di posti liberi ne restano pochi”. A rilanciare l’allarme è la Consigliera regionale del Partito Democratico Anna Maria Bigon, commentando “gli ultimi dati relativi ai contagi da Covid19, diffusi oggi, con altri 113 casi positivi nella provincia scaligera. Dobbiamo capire le ragioni di questa continua impennata, dopo i 215 di ieri. Non credo dipenda soltanto dalla vicinanza e dal pendolarismo con la Lombardia, specialmente dalle province di Brescia e Mantova. Occorre aumentare il numero dei posti letto in terapia intensiva e serve personale adeguato, non credo siano sufficienti otto ore di corso per formare un medico per le terapie intensive”.

“È poi necessario incrementare i tamponi – aggiunge la Consigliera – siamo partiti in ritardo e sono ancora pochi, tanti sanitari rimangono in attesa così come i familiari di casi positivi. Abbiamo persone con febbre e sintomi Covid che restano a casa anche otto o nove giorni prima della presa in carico e spesso senza alcun contatto con l’Ulss di riferimento. Per ridurre le possibilità di contagio è indispensabile portare queste persone in isolamento negli ospedali oppure se presentano sintomi lievi, trasferirle in alberghi adesso chiusi, in modo che possano essere seguite evitando l’affollamento delle strutture sanitarie o contatti ravvicinati con i familiari. Una possibilità, su base volontaria, che è già realtà in Emilia Romagna”. “A ciò bisogna aggiungere la gravità della situazione nelle case di riposo e nel carcere di Montorio – conclude Bigon – dove le probabilità di contagio sono assai elevate e gli operatori sanitari si trovano spesso senza i presidi indispensabili a garantire la propria sicurezza, oltre a quella di ospiti e detenuti”.

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(Consiglio Veneto)

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