Infrastrutture – Zanoni (PD): “Tecnologia 5G, mozione del Partito Democratico. Necessario un monitoraggio preventivo, la priorità è la tutela della salute dei cittadini”

Infrastrutture – Zanoni (PD): “Tecnologia 5G, mozione del Partito Democratico. Necessario un monitoraggio preventivo, la priorità è la tutela della salute dei cittadini”

(Arv) Venezia 17 mar. 2020 –      “No all’autorizzazione di impianti con tecnologia 5G senza avere certezze sugli effetti per la salute pubblica e l’ambiente: è necessario un monitoraggio preventivo. Ad oggi nonostante sia partita la sperimentazione, non ci sono studi che forniscano una valutazione adeguata sui rischi sanitari e per l’ecosistema”. La richiesta è del gruppo consiliare del Partito Democratico che ha presentato una mozione che ha come primo firmatario Andrea Zanoni, Vicepresidente della commissione Ambiente. “I dubbi – spiega il Consigliere – arrivano da più parti e, senza fare allarmismi, crediamo sia doveroso mettere la salute dei cittadini al primo posto. Certamente aumenterà l’esposizione dei cittadini ai campi elettromagnetici a radiofrequenza visto che la nuova tecnologia andrà a sommarsi a quelle esistenti – 2G, 3G, 4G, Wi-Fi – portando a una probabile saturazione dello spazio elettromagnetico. Ricordo che l’Oms classifica il 4G come ‘probabile elemento cancerogeno, classe 2B’; inoltre, una ricerca dell’Istituto Ramazzini di Bologna ha confermato l’insorgenza di tumori al cuore per i ratti maschi esposti alle onde decimetriche delle stazioni radiobase a 50 Volt/metro. Un valore che è comunque inferiore ai 60 previsto dalla Raccomandazione europea 1999/519/CE, e a cui l’Agcom vorrebbe venisse adeguato il limite italiano, attualmente pari a 6 Volt/metro, ampliandolo in maniera esponenziale, dieci volte tanto, in modo da favorire lo sviluppo della rete 5G”.

“Il nostro è un invito a evitare fughe in avanti, considerato che ci sono studi e approfondimenti in corso, da parte delle Arpa e del Sistema nazionale protezione ambiente, Snpa. Nel frattempo – osserva Zanoni – c’è chi ha già messo le mani avanti vietando questa tecnologia, in Europa come in Italia: dalla regione di Bruxelles a diversi Comuni italiani, specialmente veneti. Perciò chiediamo alla Giunta di coinvolgere autorità locali e Arpav nella pianificazione degli impianti 5G e relative autorizzazioni, garantendo poi alla stessa Arpav personale e risorse per monitorare gli effetti dell’esposizione ai campi elettromagnetici sia sui cittadini che sull’ecosistema”.

“Una mozione analoga – conclude Zanoni – è stata approvata in Toscana con una maggioranza trasversale e anche il Consiglio regionale delle Marche si è mosso impegnando la Giunta a lanciare una campagna informativa sui possibili rischi. Non siamo né i primi né gli unici a preoccuparci: su un tema così delicato è bene intervenire con tutte le precauzioni possibili”. 

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(Consiglio Veneto)

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