Politica – Gruppo PD – “Modifica alla Legge Elettorale, forzatura leghista per votare a luglio: rinvio a settembre non è sospensione della democrazia, occorrono garanzie sanitarie e di partecipazione”

Politica – Gruppo PD – “Modifica alla Legge Elettorale, forzatura leghista per votare a luglio: rinvio a settembre non è sospensione della democrazia, occorrono garanzie sanitarie e di partecipazione”

(Arv) Venezia 27 mag. 2020 –    “Tanta fretta per un semplice adeguamento tecnico non si spiega: nel giro di cinque giorni esame e voto prima in Commissione e poi in Consiglio, quando potevamo aspettare le decisioni del Parlamento sulla finestra elettorale. Invece si è scelta una forzatura, perché Zaia vuole votare a luglio, altrimenti ci sarebbe una sospensione di democrazia. Fa sorridere sentire un’espressione del genere per un rinvio di tre mesi, non di anni, e quando siamo in un’assemblea democraticamente eletta per discutere di una legge elettorale, quando la Giunta approva delibere e il Parlamento è riunito per convertire un decreto”.

Questa la posizione del Capogruppo del Partito Democratico a palazzo Ferro Fini, Stefano Fracasso, nel commentare “la modifica alla Legge Elettorale che prevede la pubblicazione sul BUR del Decreto che indice le consultazioni almeno 50 giorni prima del giorno del voto, anziché gli attuali 60, la cui discussione è iniziata oggi a palazzo Ferro Fini”.

“È singolare, seguendo il ragionamento di Zaia, che non si possa votare a settembre quando invece si può fare il Festival del Cinema e a ottobre ci sarà il Giro d’Italia – prosegue Fracasso – Crediamo che in una situazione come questa, portare alle urne una volta sola gli elettori anziché tre (tra regionali, comunali e referendum) rappresenti la decisione giusta per ragioni sanitarie, economiche e organizzative. La vera sospensione della democrazia, in realtà, è non permettere a tutti di partecipare con le stesse regole impedendo la presentazione di nuove liste o di fare campagna elettorale liberamente, come garantito dalla Costituzione. A ciò si aggiunge il mancato coinvolgimento del Consiglio: sarebbe interessante verificare se l’intera Maggioranza vuole davvero votare a luglio”. 

“Questa modifica nasconde la ferrea volontà di Zaia di andare alle urne in fretta e a prescindere, senza neanche avere la decenza istituzionale di confrontarsi in Consiglio – ribadisce Graziano Azzalin – Il suo primo comunicato per il voto a luglio risale al 7 aprile, quando si contavano già centinaia di contagi e decine di decessi: era quello il pensiero che doveva avere chi governa una Regione? Era quella la priorità dei cittadini? Si vuole liquidare il voto come se fosse una pratica burocratica senza tener conto dei diritti di tutti, né della sicurezza sanitaria e della par condicio. È curioso però che Zaia sia d’accordo nello spostare di un anno i Mondiali di sci per non farli senza spettatori, ma gli vada benissimo svolgere elezioni senza elettori”. 

“Si piegano le regole a un interesse di parte – sottolinea Andrea Zanoni – Le preoccupazioni dei cittadini sono il ritorno a una normalità economica e sociale, seppur condizionata dal virus, ma a Zaia interessa passare adesso all’incasso, frutto dell’enorme popolarità mediatica. Portare gli anziani al voto una volta anziché tre mi sembra una scelta logica. Invece il Governatore è una sorta di ‘Pac man’, ingordo che vuole divorare tutto ciò che trova sulla propria strada. Abbiamo visto in queste ore come il Presidente è impegnato nell’opera di demolizione del professor Crisanti, perché non vuole essere oscurato: non accetta che passi una diversa narrazione dei fatti. E quindi occorre andare di corsa. Ma non si possono violare così spudoratamente le condizioni di partenza, altrimenti in questa campagna elettorale ci sarebbe chi combatte con un cannone e chi non ha neanche la fionda”.

Per Anna Maria Bigon: “Zaia sta facendo una bassa strumentalizzazione della pandemia. Se c’è lo stato di emergenza fino al 31 luglio, non è possibile svolgere regolarmente la campagna elettorale, ai candidati non è consentito far valere i propri diritti e far conoscere le proprie proposte. È l’essenza della democrazia. Al Governatore non interessa perché sta sfruttando la situazione facendo campagna elettorale già da mesi con conferenze stampa quotidiane di due ore al giorno, spesso intrattenendo con argomenti su cui non ha alcuna competenza. E c’è anche un aspetto economico: in una fase così difficile è uno spreco fare tre votazioni anziché concentrare tutto in un Election Day”. 

La Vice Capogruppo Francesca Zottis spiega: “Basterebbe una data, 31 luglio, ovvero la fine dello stato di emergenza, per tagliare la testa al toro. Nessuno ha chiesto di rimandare le elezioni al 2021, ma almeno di superare quel giorno. Dobbiamo garantire ai giocatori nuovi, a chi vuole entrare in questo Consiglio ed è meno strutturato, di poterlo fare. Non si può essere a favore del ‘voto per tutti e prima possibile’ e poi estrapolare dalle Leggi Regionali solo le parti che ci fanno comodo. O si rivede l’intero pacchetto, mettendo tutti nelle stesse condizioni per partecipare, altrimenti è evidente che è solo una forzatura per provare a votare a luglio: che non è certo una scelta obbligata, come invece pensa qualcuno con involontario senso dell’umorismo, altrimenti i turisti non trascorreranno in Veneto le loro vacanze estive”.

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(Consiglio Veneto)

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