Flash mob via mare e via terra: attivisti e attiviste di Legambiente in piazza travestiti da subacquei con alle spalle la Goletta Verde nelle acque del Canal Grande

Venezia, 9 agosto 2022                                                                                              Comunicato stampa 

Goletta verde approda in Veneto 
Flash mob via mare e via terra: attivisti e attiviste di Legambiente in piazza travestiti da subacquei con alle spalle la Goletta Verde nelle acque del Canal Grande 
Legambiente: “E’ stata un’azione di sensibilizzazione su crisi climatica e energie rinnovabili. Venezia città mondiale della sostenibilità? Vogliamo sapere di più su questo progetto” 

Foto e video flash mob a Venezia  

 
Attivisti e attiviste di Legambiente in piazza si trasformano in subacquei con tanto di boccagli e maschere. Sì, perché a Venezia il livello dell’acqua si alza a ritmi preoccupanti ma le soluzioni e le azioni per contrastare quest’emergenza sono ferme al palo. È per chiedere una rapida inversione di rotta che Legambiente ha organizzato un flash mob con una doppia azione, via mare e via terra. In piazza, precisamente in riva degli Schiavoni, i volontari e le volontarie vestiti da subacquei con maschere e boccagli mostrando lo striscione “Change Climate Change!”  mentre alle loro spalle la Goletta Verde, la storica imbarcazione dell’associazione ambientalista, ha percorso lo specchio d’acqua antistante la principale piazza San Marco 

Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente giunta alla sua 36esima edizione, anche quest’anno solca i mari e le coste italiane per denunciare la cattiva depurazione delle acque mostrando gli esiti del monitoraggio effettuato dai volontari, volontarie e dall’ufficio Scientifico. Goletta Verde, arrivata in Veneto per la sua quattordicesima tappa, oltre a monitorare la qualità delle acque quest’anno ha l’obiettivo di richiamare l’attenzione delle istituzioni sulla crisi climatica e chiedere una transizione energetica trainata dall’incentivo alle fonti di energie rinnovabili.  

Rinnovabili e crisi climatica in Veneto. Con le attuali politiche sarà difficile, se non impossibile, rispettare gli obiettivi fissati a livello europeo che prevedono una riduzione del 55% delle emissioni al 2030. Diversi studi hanno fatto emergere che in Veneto sarà necessario installare almeno 5 GW di potenza da fonti rinnovabili, soprattutto fotovoltaico. Un obiettivo necessario per contribuire al mantenimento della temperatura al di sotto del grado e mezzo e che, al passo tenuto negli ultimi anni, rischiamo di raggiungere non prima del 2100, ben oltre i tempi stabiliti dall’accordo di Parigi. Il tutto senza contare il gap energetico che il Veneto si porterà dietro se non investirà nelle fonti rinnovabili. L’Osservatorio Città clima di Legambiente ha registrato in Veneto ben 84 eventi estremi negli ultimi 13 anni, da luglio 2010 al 2022. Tra questi, vengono citati 35 allagamenti da piogge intense, 19 danni da trombe d’aria, 11 eventi di piogge intense con danni a infrastrutture e 8 esondazioni di fiumi con relativi danni.  I cambiamenti climatici influiscono anche sui livelli di innalzamento del mare, e a Venezia secondo gli ultimi studi ENEA si potrebbe raggiungere quota + 1, 064 metri nel 2100.  

“Comunità energetiche, agrivoltaico, autoproduzione, reti smart ed efficienza sono le parole chiave che devono essere al centro del dibattito politico per attivare progetti concreti di produzione di energia pulita capaci di generare risparmi in bolletta e benefici sociali nei territori in cui si insediano. Per andare concretamente in questa direzione serve approvare urgentemente un Piano Energetico Regionale, con obiettivi ambiziosi e strumenti in grado di dare gambe alla transizione energetica”, il commento di Francesco Tosato di Legambiente Veneto. “Siamo davvero contenti che Venezia da qualche mese abbia indossato le vesti della città del futuro e della sostenibilità, ma di questo progetto vorremmo sapere di più – prosegue Tosato, perché, al di là delle buone intenzioni, le informazioni sono ancora scarse. Ad esempio, viene citata la creazione di un Polo dell’Idrogeno da realizzare nell’area dismessa del porto di Marghera, un progetto che vedrà la collaborazione delle migliori università ed enti di ricerca del Veneto insieme ad ENI. Quest’ultima non proprio l’eccellenza in materia green. E proprio questa ingombrante presenza ci fa sorgere un dubbio: ma di quale idrogeno si parla? Quello verde, prodotto con l’elettrolisi alimentata da energia rinnovabile, l’unico idrogeno realmente eco-compatibile, o quello grigio estratto da metano o altri idrocarburi?”. 

“I cambiamenti climatici e le loro conseguenze ci costringono a correre subito ai ripari, a Venezia ancor di più e a maggior ragione non c’è più tempo da perdere – spiega Stefano Raimondi, portavoce di Goletta Verde. L’acqua si alzerà di un metro in pochi decenni come ci dicono chiaramente diversi studi tra cui i rilevamenti di ENEA. Senza contare i danni dei frequenti eventi estremi che si registrano ogni anno. Per contrastare la crisi climatica è necessario abbandonare le fonti fossili, uno dei principali fattori climalteranti, e andare verso le energie rinnovabili. Con Goletta Verde da inizio luglio abbiamo fatto tappa in tutte le regioni, dove abbiamo affrontato un tema che sentiamo particolarmente, quello delle energie rinnovabili -. Nello specifico stiamo parlando di eolico off-shore, ovvero della realizzazione di parchi eolici a mare. Una tecnologia innovativa e sostenibile che ci permetterebbe non solo di fare un grande passo verso la tanto decantata transizione ecologica ed energetica, ma che ci darebbe anche una grossa mano in termini di sviluppo economico dei territori. In molti osteggiano questa soluzione perché andrebbe ad intaccare panorami e paesaggi delle nostre coste. In realtà si tratterebbe di impianti che sarebbero visibili in maniera minima, difatti lo slogan che accompagna le iniziative di Goletta Verde su questo tema è: Il panorama non cambia, il futuro sì!”.  

Ufficio Stampa Goletta Verde 2022 

(Legambiente Veneto)

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