Cibo sintetico: presto una normativa nazionale per vietarne la vendita in Italia

Portare il cibo sintetico nelle nostre tavole? Non se ne parla proprio. Questo l’imperativo dei marosticensi in occasione dell’incontro promosso ieri sera da Coldiretti Vicenza e dal Comune di Marostica nella prestigiosa sala multimediale di Palazzo Baggio, sul tema “Il cibo sintetico: la nuova minaccia”.

L’agroalimentare europeo è posto duramente sotto attacco. E la situazione più difficile è quella dell’Italia, che è il paese più qualificato.

“L’obiettivo è trasformare l’Europa, quindi l’Italia, in un giardino. Il cibo – spiega il direttore di Coldiretti Vicenza, Simone Ciampoli, che ha introdotto la serata – dovrà così essere prodotto in altre aree del mondo, mentre si creano le condizioni per aprire le porte al cibo sintetico. Si tratta non più di uno spauracchio, ma della realtà, perché il bioreattore per produrre latte sintetico è in costruzione. Negli Stati Uniti sono già avanti e per quanto riguarda l’Unione europea sono attese per quest’anno le prime richieste di autorizzazione. E se non fosse stato per la Coldiretti, che ha acceso i riflettori sulle iniziative in atto, l’Italia e gli altri partner Ue si sarebbero trovati sugli scaffali i cibi sintetici senza neppure saperlo”.

Ed è sempre grazie a Coldiretti che è nato un movimento di opinione e sono state già raccolte oltre 480 mila firme a livello nazionale e più di cinquemila in provincia di Vicenza per fermare i prodotti in provetta.

I big data, i grandi potenti del mondo, vogliono criminalizzare il cibo e trasmettere dei messaggi chiari, che puntano il dito sugli allevamenti, accusandoli di essere la causa dell’inquinamento nel mondo, ma non solo.

“Le ragioni portate dai grandi imprenditori delle multinazionali sono delle emerite bufale – sottolinea il direttore Ciampoli – in quanto è dimostrato che gli allevamenti incidono sull’inquinamento in modo marginale e, soprattutto, va considerato che il mondo agricolo produce colture che sequestrano anidride carbonica, quindi contribuiscono a migliorare la qualità dell’aria. Va poi considerato che per produrre cibo sintetico occorre mettere in moto dei bioreattori, che non hanno nulla di naturale e consumano moltissima energia, che per essere prodotta, a sua volta, provoca inquinamento”.

Concetti sostenuti anche dal prof. Felice Adinolfi, ordinario del dipartimento di Scienze mediche veterinarie all’Università di Bologna, intervenuto tramite un videomessaggio.

Se questo progetto distruttivo arriverà a compimento sarà la fine delle eccellenze vicentine e del made in Italy, ma segnerà anche una svolta per i territori e l’indotto turistico.

“Permettere che questo accada significa restare inermi difronte allo scippo della nostra biodiversità – conclude il presidente di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola – con conseguenze inimmaginabili per il territorio, che cadrebbe nel totale abbandono, nonché per l’indotto turistico straordinario che contraddistingue il nostro paese e, naturalmente, per l’economia che il settore primario genera”.

Soddisfatta della serata l’assessore all’Agricoltura e Ambiente, Greta Seganfreddo, che ha fatto gli onori di casa, ricordando anche l’importante presenza di Coldiretti nel territorio: “Grazie ai produttori di Coldiretti la nostra piazza ogni settimana espone il meglio delle produzioni locali, senza contare la costante presenza degli agricoltori in occasione dei nostri importanti eventi, che richiamano migliaia di persone”.

(Coldiretti Veneto)

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