Il dono di essere prete in questo “cambiamento d’epoca”: l’augurio del Vescovo a don Amos

Sabato pomeriggio 20 maggio il vescovo, Michele Tomasi, ha presieduto in cattedrale la celebrazione eucaristica con l’ordinazione presbiterale di don Amos Patarini. Don Amos, 27 anni, è originario della parrocchia di San Giuseppe lavoratore in San Donà di Piave e si è formato nel Seminario vescovile diocesano. Attualmente sta svolgendo servizio nella parrocchia della Pieve di Castelfranco Veneto. Molti i sacerdoti concelebranti e molti i giovani presenti dalle parrocchie in cui don Amos ha svolto il suo servizio da seminarista e poi come diacono.

Ricordando la frase di papa Francesco “Non siamo in un’epoca di cambiamento, ma in un cambiamento d’epoca”, il vescovo Tomasi, nell’omelia, ha spiegato come il Papa descriva questo nostro tempo, le sue crisi e la sua evoluzione, tanto nella società mondiale quanto nella Chiesa. “Quello su cui ci fa riflettere quest’espressione del Papa – ha spiegato – è la messa in discussione di tante sicurezze su cui avevamo costruito la storia, quella almeno dell’occidente, e ci incoraggia anche a guardare senza timore alle novità che stanno avvenendo nel mondo e nella Chiesa.  Sono novità che spesso inquietano, che sicuramente ci chiedono di metterci in discussione, novità che ci possono anche far male, e che forse preferiremmo non dover affrontare. Forse vorremmo aver ricevuto in sorte tempi più tranquilli, una Chiesa più ordinata e più facile da comprendere”. “Forse è davvero difficile venire ordinato prete in questo tempo, in questa Chiesa, caro Amos”, la provocazione del Vescovo, che poi, ha invitato a “tornare a vedere gli inizi dell’avventura della Chiesa, quel tempo che sta tra il racconto dell’Ascensione di Gesù al cielo e il dono dello Spirito Santo nella Pentecoste”. Un tempo nel quale i discepoli fanno l’esperienza di Gesù morto e risorto, vivo, di nuovo con loro, che parla di un mondo nuovo e chiede loro di non allontanarsi da Gerusalemme e di attendere il dono dello Spirito Santo, l’adempimento della promessa del Padre.

“Nessuna particolare azione, nessun progetto, nessun «piano pastorale». Fermarsi ad ascoltare Lui che parla “a tavola con essi” e imparare ad attendere e a scorgere il dispiegarsi della promessa del Padre – la sottolineatura del Vescovo -. Questo è quanto. Agisce Lui, Lui porta le cose a compimento. Doveva essere sufficiente rimanere a tavola con Gesù risorto, e attendere con fede e speranza che una promessa si realizzasse. Eucaristia, per noi. Ascolto della Parola, per noi, e non per spiegarla, ma per lasciarci leggere da essa, non per realizzare i nostri desideri, ma per affidare tutto al compimento di una promessa”.

“E poi, quanto avevano sperimentato di Lui e con Lui cambia nuovamente, dovranno capire che cosa vuol dire seguirlo quando egli è sottratto ai loro sguardi, dovranno prepararsi a un nuovo dono, a un nuovo cambiamento, e poi ancora, e ancora. Non era anche quella una serie di “cambiamenti d’epoca”? Non si sono dovuti ritrovare nell’epoca nuova, inaugurata da uno che non è più prigioniero della morte, o dei progetti dei suoi, o della presenza consueta nel tempo e nello spazio, o delle aspettative per quanto buone di coloro che intendono seguirlo? I discepoli avrebbero potuto lasciarsi prendere dallo sconforto e dall’inquietudine, dovendo rimettere tutto ancora una volta in discussione, ricominciando di nuovo da capo, senza nessuna sicurezza. Eppure, si sono messi in movimento, hanno accolto ancora una volta il rischio della novità, e tanto loro quanto tutti coloro che da loro sono stati contagiati hanno continuato a contribuire a cambiare le epoche, sempre seguendo la bussola del Vangelo, sempre continuando a sedersi a tavola con il Risorto e a ricomprendere con Lui il senso delle Scritture”.

“Così e solo così la fede è giunta fino a noi. Così e solo così siamo chiamati a metterci in gioco anche noi. Così e solo così, carissimo Amos – l’augurio del Vescovo -, sarà possibile, bello e reale accogliere il dono del ministero presbiterale, a servizio dell’annuncio del Regno. Così e solo così, carissimo, potrai esser testimone della vita donata dal Risorto, compagno di strada dei cercatori del Regno di Dio, servitore della Chiesa sempre giovane perché sempre rigenerata dalla forza dello Spirito. Forse non è poi così difficile venire ordinato presbitero, per fare la volontà del Padre e vivere pienamente della forza del Vangelo. Camminiamo insieme, in questo nostro cambiamento d’epoca. Non guardiamo smarriti verso il cielo, ma nella compagnia degli uomini e delle donne del nostro tempo apriamoci a cogliere i segni della presenza del Vivente nella storia, Lui che rimane sempre fedele alla sua promessa di bene e di felicità”.

Al termine della celebrazione, la festa è continuata in Seminario.

Guarda la photogallery a cura di Francesco Tesser

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(Diocesi di Treviso)

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