COL NUOVO ANNO ARRIVA LA “ROTTAMAZIONE DELLE LICENZE COMMERCIALI”

cessata attivita
513 EURO DI INDENNIZZO FINO ALL’ETA’ DELLA PENSIONE PER CHI CHIUDE DEFINITIVAMENTE IL NEGOZIO.513 EURO DI INDENNIZZO FINO ALL’ETA’ DELLA PENSIONE PER CHI CHIUDE DEFINITIVAMENTE IL NEGOZIO. IL PRESIDENTE DELL’ASCOM, PATRIZIO BERTIN: “UNA QUESTIONE DI GIUSTIZIA”L’Ascom l’aveva sollecitata più volte.“Per una questione di giustizia – aveva detto il presidente Patrizio Bertin – nei confronti di quanti, a pochi anni dalla pensione e con un mercato che, in grande evoluzione, non fa sconti, si trovano nella difficile condizione di dover chiudere senza poter disporre di un reddito”.Così negli uffici di piazza Bardella viene salutata con favore quella che, semplificando, viene chiamata la “rottamazione delle licenze commerciali” che, dopo un biennio di sospensione, torna ma nella versione “a regime”, ovvero strutturale senza più scadenza. Di che cosa si tratta? Col nuovo anno i commercianti che decideranno di abbandonare l’attività in anticipo rispetto all’età per la pensione di vecchiaia (67 anni), potranno ottenere un indennizzo pari al trattamento minimo dell’Inps (513 euro mensili). Ovviamente l’opportunità è appannaggio di quei commercianti che hanno 62 anni d’età (57 se sono donne) e  che chiudono definitivamente il negozio riconsegnando la licenza commerciale. L’indennizzo cesserà con il compimento dell’età per la pensione. La novità è contenuta nella legge di bilancio in fase di approvazione definitiva che, nel contempo, conferma la maggiorazione contributiva (in misura pari allo 0,09% come oggi), già pagata dai commercianti e finalizzata a finanziare il beneficio.Chi potrà usufruirne?“E’ riservata – spiegano negli uffici dell’Ascom Confcommercio di Padova –  ai titolari o coadiutori di attività commerciale al minuto in sede fissa, anche abbinata ad attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande (negozi, ecc.); ai titolari o coadiutori di attività commerciale su aree pubbliche (mercati, fiere, ecc.); agli esercenti attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande (bar, ristoranti, pizzerie, ecc.); agli agenti e rappresentanti di commercio”.Si diceva che servono 62 anni (o 57 se donne) ed un’anzianità contributiva di almeno 5 anni alla gestione “artigiani e commercianti” Inps, come titolare o come coadiutore familiare, al momento di cessazione dell’attività.Cessazione che deve essere definitiva, cioè il negozio deve essere chiuso (quindi non è prevista la vendita dell’attività), ed inoltre va riconsegnata l’autorizzazione all’esercizio di attività commerciale o di somministrazione di alimenti e bevande, deve essere effettuata la cancellazione dal registro delle imprese e dal registro degli esercenti il commercio (quello che un tempo si chiamava Rec) e, per gli agenti e rappresentanti di commercio, va effettuata la cancellazione dal ruolo provinciale.“Non appena saremo in grado di conoscere i dettagli del provvedimento – concludono all’Ascom – i nostri uffici offriranno tutta l’assistenza necessaria a chi si trovasse nella condizione di poter usufruire di questa “rottamazione” relativa alla chiusura dell’attività”. Infine una richiesta.“Sarebbe auspicabile – conclude il presidente Bertin – una sanatoria per quelle poche situazioni che hanno sofferto precedentemente della chiusura della misura, ovvero, ad esempio,  quei colleghi che hanno chiuso l’attività entro il mese di gennaio scorso e sono passati sotto le forche caudine dell’interpretazione restrittiva dell’INPS”.

(Ascom Padova)

Please follow and like us