Pfas – Guarda (CpV): “Le persone si contaminano anche solo lavandosi con l’acqua attinta nella zona inquinata”

Pfas – Guarda (CpV): “Le persone si contaminano anche solo lavandosi con l’acqua attinta nella zona inquinata”

(Arv) Venezia, 15 gen. 2020  –  “Il Presidente Zaia legga lo studio Usa, e si attivi per aiutare le persone maggiormente esposte alle contaminazioni da Pfas, specialmente quelle senza acqua filtrata”.

Lo chiede la consigliera regionale Cristina Guarda (Civica per il Veneto/Veneto 2020) che spiega come “sui Pfas, la Regione Veneto continua a essere in ritardo e gioca una partita pericolosissima sulla pelle dei veneti, lasciati soli di fronte a questa emergenza. Arrivano infatti pessime notizie da Danimarca e Stati Uniti: studi scientifici di primario livello evidenziano come i Pfas penetrino nel sangue umano anche solo con il contatto attraverso l’epidermide. Quindi, non è sufficiente sconsigliare l’uso alimentare dell’acqua non filtrata nelle zone del vicentino, del veronese, del padovano e del rodigino che sono state contaminate, ma occorre fare molto di più”.

“Sono la prima ad aver affrontato questa battaglia in Consiglio regionale – mette in chiaro la consigliera regionale – affinché l’Amministrazione Zaia prenda finalmente coscienza della bomba sanitaria e ambientale innescata dalla contaminazione da Pfas di molte falde acquifere di un vasto territorio, dove abitano quasi un milione di veneti. La Regione rischia di continuare a sottovalutare il problema se non informa i cittadini che dispongono di pozzi privati, abitanti in zona Trissino, Arzignano e in tutte le ‘zone Arancio’ escluse dal filtraggio. Un recente studio statunitense spiega come queste persone sono abbandonate a una contaminazione certa anche se non bevono l’acqua”.

“Il Presidente Luca Zaia e la sua Giunta farebbero bene a correre ai ripari, invece di continuare a sottovalutare il problema e minacciare querele nei confronti di quanti denunciano questa bomba a orologeria che avvelena il sangue dei veneti – ribadisce Guarda –  ‘Coop’ Danimarca lo scorso anno ha vietato la contaminazione di cosmetici contaminati anche in piccola parte da Pfas, appunto in quanto è evidente in mezzo mondo che queste pericolose sostanze si introducono nel corpo attraverso la pelle, e Zaia cosa fa per i cittadini che devono subire le più gravi contaminazioni da Pfas in Italia? Glielo chiederemo con una Interrogazione urgente, perché non c’è altro tempo da perdere”.

“I veneti che vivono in zona inquinata possono sì acquistare acqua in bottiglia o ai distributori di acqua filtrata per bere, lavarsi i denti, cucinare la pasta, prepararsi il caffè, un brodo e tisane, sostituendo l’acqua non filtrata, ma come possono assolvere all’igiene quotidiana? – chiede la consigliera regionale – Si tratta di un problema reale, che avevo posto solo qualche mese fa, oltre a quello dell’acqua ‘ad uso alimentare’, sperando che anche gli altri consiglieri regionali lo considerassero una priorità anziché limitarsi a insultare la sottoscritta”.

“Chiedevo una ‘exit strategy’ per queste famiglie, così come per quelle che vivono in zone avvelenate, ma non definite ‘zona rossa’, e aiuti per l’acquisto di acqua in bottiglia, per il collegamento all’acquedotto, nonché soluzioni alternative di filtraggio in loco – conclude Cristina Guarda – Al seguente link potete scaricare lo studio Usa sopra citato: https://www.ewg.org/news-and-analysis/2020/01/study-pfas-exposure-through-skin-causes-harm-similar-ingestion?fbclid=IwAR0Miuk4jKZMBqt7yg-rqdl900bbPo4mueoBEeSH6_BMHln9PKSrkCdlZ00

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(Consiglio Veneto)

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