Politica – Ruzzante, Guarda, Bartelle (Veneto 2020): “Referendum Legge elettorale incostituzionale. Zaia e leghisti ex-veneti vi avevamo avvertiti, ma non disperate, ora vi resta il referendum contro il taglio dei parlamentari”

Politica – Ruzzante, Guarda, Bartelle (Veneto 2020): “Referendum Legge elettorale incostituzionale. Zaia e leghisti ex-veneti vi avevamo avvertiti, ma non disperate, ora vi resta il referendum contro il taglio dei parlamentari”

(Arv) Venezia, 17 gen. 2020  –  “Avevamo avvertito i consiglieri regionali della Lega. Al momento della votazione sulla proposta di referendum per il maggioritario puro, l’avevamo detto chiaro e tondo: questa Legge è incostituzionale, perché cancella la rappresentanza politica, distorcendo il voto popolare al punto che, in linea teorica, con il sistema che voleva Salvini (e che mai avrà), un solo partito, senza ottenere nemmeno la maggioranza dei voti, avrebbe potuto accaparrarsi il 100% dei seggi in Parlamento”.

Le parole sono dei consiglieri regionali del Coordinamento Veneto 2020, Piero Ruzzante (LeU), Cristina Guarda (CpV) e Patrizia Bartelle (IIC), che aggiungono “così, dopo aver costretto il Consiglio Regionale a votare per un referendum che nulla ha a che fare con il Veneto, solo per compiacere ‘capitan Papeete’ e le sue manie di protagonismo, e dopo la figuraccia della seconda votazione bocciata a causa delle numerose assenze tra le file della Maggioranza, insomma, dopo aver fallito su tutta la linea, cosa resta alla Lega? L’altro referendum, quello contro la riduzione del numero dei parlamentari, visto che le firme dei senatori leghisti sono state determinanti per il raggiungimento del quorum necessario. Cari leghisti, potrete consolarvi con quello”.

“È un vero peccato che il Consiglio Regionale del Veneto abbia perso tutto quel tempo dietro le imposizioni di Salvini, anziché occuparsi dei problemi dei veneti – evidenziano in conclusione i consiglieri di Veneto 2020 Ruzzante, Guarda e Bartelle –  Non più prima i veneti ma, d’ora in poi, prima Salvini: è la concezione bipolare dell’autonomia di Zaia e dei leghisti ex-veneti. Una autonomia che è finto decentramento, nella realtà un accentramento, un neo-centralismo regionale che serve solo all’esecutivo quando si tratta di forzare i rapporti democratici nelle Istituzioni locali, ma che, all’occorrenza, può trasformarsi in totale sottomissione alla volontà di chi comanda nel partito di appartenenza. Non è questa l’autonomia che serve ai veneti”.

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(Consiglio Veneto)

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