Sanità – Pigozzo (PD): “Piano delle dipendenze, curare le persone non basta. La Regione investa risorse sulla prevenzione”

Sanità – Pigozzo (PD): “Piano delle dipendenze, curare le persone non basta. La Regione investa risorse sulla prevenzione”

(Arv) Venezia, 29 gen. 2020 “La Regione acceleri la realizzazione del Piano delle dipendenze, ma non si concentri solo sulla cura delle persone: è indispensabile intervenire sulla prevenzione”. Il sollecito è del consigliere del Partito Democratico Bruno Pigozzo che ha presentato un’interrogazione, sottoscritta dai colleghi Anna Maria Bigon, Claudio Sinigaglia e Francesca Zottis, chiedendo un impegno maggiore ‘a monte’ del problema. “La sensazione, leggendo anche le dichiarazioni dell’assessore Lanzarin, è che l’approccio sia quello di concentrare eccessivamente le risorse ‘a valle’, ma senza un’adeguata attività di prevenzione, prevista dalle linee guida del Piano sociosanitario regionale, il dramma delle dipendenze è destinato a restare tale. In Veneto – ricorda Pigozzo – il consumo delle sostanze stupefacenti è in aumento e purtroppo abbiamo anche il triste primato delle vittime per overdose, con ben 21 decessi a Mestre nel 2018 dovuti al boom della cosiddetta eroina gialla; la maxioperazione del luglio dello stesso anno, con 41 arresti, non ha risolto il problema”. Su 130mila persone seguite dai Servizi regionali per le dipendenze (Serd) 20mila riguardano le Ulss venete ed è in forte aumento il numero dei minorenni. “Un dato – aggiunge il vicepresidente del Consiglio – che rende ancora più urgente agire sul fronte della prevenzione, con interventi strutturali. Avevamo predisposto una mozione lo scorso settembre, che però non è mai stata discussa. Nel Pssr si evidenzia come la prevenzione è un’azione prioritaria, chiediamo quindi alla Giunta di essere conseguente, coinvolgendo famiglie, scuola, mondo dello sport e dell’associazionismo e parrocchie per portare avanti un’attività di contrasto costante e capillare. Devono essere recuperati i programmi diffusi sul territorio portati avanti con Comuni e Ulss e che a causa della carenza di finanziamenti sono stato ridotti ai minimi termini o addirittura chiusi. Penso per esempio al servizio Educazione e promozione della salute, che esisteva in alcune Aziende sociosanitarie ed è stato eliminato per concentrare le risorse sui servizi per le dipendenze. Anche l’interventismo dell’assessore Donazzan che chiede test antidroga obbligatori nelle scuole non va nella giusta direzione: si stigmatizzano, rischiando di marginalizzare ulteriormente, le persone fragili, puntando sull’aspetto repressivo anziché su quello educativo. Un approccio che ha già dimostrato di essere fallimentare”.

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(Consiglio Veneto)

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