CRV – “Iniziato l’esame del nuovo Piano Territoriale Regionale di Coordinamento ‘PTRC’

CRV – “Iniziato l’esame del nuovo Piano Territoriale Regionale di Coordinamento ‘PTRC’

(Arv) Venezia, 23 giu. 2020 – Il Consiglio Regionale del Veneto ha iniziato nel pomeriggio l’esame del nuovo Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC), già licenziato dalla Seconda commissione consiliare.
La proposta normativa è stata illustrata in aula dal Relatore, il Presidente della Seconda commissione consiliare, Francesco Calzavara (ZP), e dal Correlatore, Stefano Fracasso (PD).
Il Relatore Calzavara ha evidenziato in premessa “la necessità di dotarci quanto prima di un nuovo Piano Territoriale Regionale di Coordinamento, visto che quello vigente risale ormai al lontano novembre 1992. La vecchia programmazione fotografava bene il Veneto di allora, che aveva conosciuto una grande crescita economica e politica, al centro del Nord Est italiano. In questi 28 anni la nostra regione ha attraversato una profonda trasformazione e crescita, demografica, economica e turistica: ora le esigenze del territorio sono cambiate e serve uno strumento flessibile, in grado di adattarsi velocemente ai cambiamenti in atto nel tessuto socio- economico veneto. Quello oggi in esame è un piano- processo che permette di recepire in modo più puntuale le modificazioni intercorse. Siamo partiti nel 2018, dal Disegno di Legge della Giunta, che è stato esaminato e migliorato grazie al lavoro della Seconda commissione, anche attraverso le audizioni con i soggetti portatori di interesse. Proprio i territori ci hanno chiesto di dotarci subito di un nuovo PTRC, di uno strumento programmatico da cui poi possano discendere a cascata altre pianificazioni, in materia di trasporti, Cave, piani di Area. A tutti sarebbe piaciuto disporre subito anche di una valenza paesaggistica, ma abbiamo operato una scelta precisa: approvare adesso il PTRC per quanto di competenza regionale, rinviando poi tutto l’importante lavoro svolto in questi anni alla prossima Legislatura, a cui affideremo uno strumento funzionale alla stesura di appositi piani paesaggistici ambientali. E sottolineo l’importante confronto avuto in questi mesi con il MIBAC”. “Ad ogni modo, faccio presente che il nuovo PTRC, pur non avendo valenza paesaggistica, mantiene tuttavia tutti i vincoli previsti nel 1992, tutte le tutele ambientali – ha concluso Francesco Calzavara – e ha due obiettivi prioritari: investire sulle città, motore del futuro, e sulla montagna veneta. Il Piano si avvale di importanti collaborazioni: Ulderico Bernardi, Ferruccio Bresolin, Paolo Feltrin, Mario Rigoni Stern e Eugenio Turri. Ringrazio l’Assessore regionale Corazzari e tutti i componenti della Seconda commissione per l’importante lavoro svolto”.
Il Correlatore Fracasso, pur riconoscendo “l’impegno e le professionalità profusi per confezionare un nuovo PTRC”, ha tuttavia denunciato, dal punto di vista politico, “la mancanza di valenza paesaggistica del Piano nonostante 11 anni di gestazione”. “Il PTRC fotografa un Veneto di quindici anni fa, che non c’è più, ma è costato alla collettività quasi cinque milioni di euro. Era lecito aspettarsi qualcosa di più. Non si tutela il paesaggio, non si danno indicazioni chiare ai comuni e non si pongono limiti ai grandi consumatori di suolo. Quanto dovremo aspettare ancora per avere i piani paesaggistici? Un Piano che non dice ciò che si deve o non si deve fare, è in realtà un non – piano”.

Per l’Assessore Corazzari “il PTRC è frutto di un lavoro complesso, si avvale di importanti contributi: Rigoni Stern, Bernardi, Feltrin, Bresolin e Turri. Offre una visione integrata e strategica del nostro Veneto, cerca di dare risposte convincenti al problema del contenimento del consumo di suolo e dei cambiamenti climatici. Il nuovo Piano Territoriale Regionale di Coordinamento è incentrato sullo sviluppo sostenibile, valorizza gli insediamenti sostenibili, persegue interventi di riqualificazione paesaggistica. Attua una forte interazione tra ambiente, società ed economia, si affranca da vecchie logiche vincolistiche. Un’attenzione particolare viene riservata al territorio montano, alla sua fragilità”.
Il Vicepresidente della commissione consiliare Ambiente, Andrea Zanoni, ha denunciato “la mancanza di valenza paesaggistica del Piano, che non ha una portata prescrittiva. È un piano infarcito di strategie, progetti e idee, invece delle necessarie regole per garantire una effettiva tutela del suolo e dell’ambiente. Non ferma il consumo di suolo, non mette al centro il problema dei cambiamenti climatici. E non è vero che sono stati mantenuti tutti i vincoli del 1992, qualcosa è stato tolto e ciò può aprire la strada a contenziosi”.
Marino Zorzato (FI) ha difeso il PTRC soprattutto “dall’ingiusta accusa di essere costato troppo: non è vero. Se la cifra spesa per la programmazione viene diluita in tutti questi anni, non è eccessiva. L’anima infusa dagli esperti citati, Rigoni Stern, Bernardi, Feltrin, Bresolin e Turri, è tutta contenuta nel Piano, non è stata toccata. E personalmente non sono contrario agli interventi se funzionali all’economia. Il Veneto deve progredire, non restare fermo. Respingo anche la critica di chi voleva norme prescrittive: siamo già la Regione con più vincoli in assoluto, non potevamo dotarci di un piano troppo rigido. Non è colpa del Veneto se non si ha la valenza paesaggistica, il ritardo è imputabile ad altri”. 
Manuel Brusco (M5S) ha auspicato che nella prossima Legislatura il Veneto possa conoscere una crescita diversa. “Non possiamo accettare la visione attuale per cui tutto deve diventare città. In un territorio troppo urbanizzato, come quello veneto, bisogna partire dai vincoli per studiare soluzioni condivise e dare vita a una vera pianificazione, non a uno sviluppo per progetti. È importante investire nell’innovazione, sviluppando nuove tecnologie, al passo con i Paesi più moderni; dobbiamo abbandonare la vecchia mentalità che ci porta a sviluppare progetti già superati. Dopo l’emergenza Coronavirus, vero spartiacque della nostra storia più recente, molte prescrizioni contenute in questo Piano sono ormai superate: penso al consolidamento del tessuto urbano che porta all’assembramento. Dobbiamo invece portare la natura all’interno dei centri urbani, pensare a forme e modalità di trasporto nuove. Siamo chiamati a cambiare i nostri modelli di sviluppo”.
Per Piero Ruzzante (Veneto 2020/Leu) “non si può approvare il nuovo PTRC praticamente a Legislatura finita”. “L’iter seguito avrebbe dovuto essere capovolto – ha osservato Ruzzante – Il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento dovrebbe derivare da un piano paesaggistico sovraordinato, non contenerlo. È un Piano vecchio, ancorato a un modello di sviluppo del passato, che ha fatto ricca questa terra ma che è ormai superato: nel frattempo è cambiato il mondo, l’avvento di internet ha rivoluzionato il nostro modo di vivere. Ma sono d’accordo con Zorzato quando condanna il modello di sviluppo zero, che non può funzionare”. “Si doveva pensare all’idrovia, una soluzione alternativa al trasporto su gomma – ha concluso Piero Ruzzante –  Il problema di fondo è che magari facciamo anche discrete leggi, ma che poi non reggono alla prova dei fatti. Mi appello all’aula: non portiamo a casa un PTRC che in realtà non serve. Utilizziamo quanto di buono comunque c’è in questo Piano e affidiamo alla prossima Legislatura lo studio di una visione del Veneto dei prossimi trent’anni, utilizzando professionalità giovani per dotarci di una moderna visione del nostro territorio. Altrimenti rischiamo di perdere l’ennesima occasione”.

Bruno Pigozzo (PD) ha ricordato “come siano state disattese le indicazioni del MIBAC, espresse durante il dialogo intercorso con la Regione. L’amministrazione regionale, staccando la valenza paesaggistica dal resto del Piano, ha deciso unilateralmente di procedere da sola senza condividere le modifiche alle norme. Così è venuta meno la leale collaborazione istituzionale. E ci preoccupa l’assenza di prescrizioni che aprono la strada a interventi impattanti sotto l’aspetto ambientale, a maggior ragione in assenza di un piano paesaggistico”.
Il Presidente Ciambetti, alle 17.30, ha dichiarato conclusa la discussione generale e ha aggiornato la seduta del Consiglio Regionale a domani mattina, mercoledì 24 giugno, a partire dalle 10.30.

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(Consiglio Veneto)

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