“L’anima mia magnifica il Signore”

10 settembre 2023 – santuario di Monte Berico

 

“L´anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio salvatore”

Carissimi fratelli e sorelle,

con queste parole voglio esprimere tutta la mia gioia nel Signore prima di tutto, per essere qui con voi oggi, in questo santuario mariano dedicato alla Madonna di Monte Berico, per celebrare la mia prima Messa come vescovo in territorio vicentino, la mia chiesa di origine.

Ringrazio il vescovo Giuliano per questa opportunità.

Faccio mie queste parole di Maria – e glorifico il Signore perché, ieri come oggi, Lui continua a realizzare meraviglie in noi e attraverso di noi, che siamo suoi figli.

Dio sceglie ciò che per il mondo è piccolo, semplice e insignificante e lo fa diventare fondamentale nella sua opera salvifica.

Lo ha fatto con Maria – una giovane di un paesino come Nazareth – chiamandola ad essere la madre del salvatore.

Lo ha fatto con san Giuseppe – un semplice carpentiere – affidandogli Maria e il bambino Gesù – per difenderli e proteggerli…

E lo continua a fare chiamando ciascuno di noi, per collaborare alla costruzione del suo Regno e di questo posso dare testimonianza personale: eccomi qua, vescovo ausiliare di una diocesi di un milione e mezzo di abitanti, Belém, nel cuore dell´Amazzonia, proprio io Paolo Andreolli, figlio di Mario e Giuliana, della parrocchia di Cagnano, una frazione di un piccolo comune, Poiana Maggiore, in fondo alla Riviera Berica.

L´anima mia magnifica il Signore – quindi – perché…. è in questa famiglia, in questa diocesi, in questa parrocchia, in questa piccola frazione…che Dio ha guardato all’umiltà del suo servo, e nel lontano 1983 mi ha chiamato a far parte dei missionari saveriani – una piccola congregazione missionaria –  e lo ha fatto attraverso un giovane e allegro missionario, padre Simone che mi ha detto: “Là in africa ci sono tante persone e pochi missionari: chi ha il coraggio di venire ad aiutarmi?

E io in quel momento, nonostante avessi solamente 10 anni, mi sono sentito toccato e ho detto “Io ci sto! Perché no? Io posso fare la mia parte”. Da quel primo sì, sono sorti tutti gli altri sì, che mi hanno portato oggi a essere Vescovo, in una delle maggiori diocesi dell´Amazzonia: Belém.

Sono entrato nelle scuole medie a Vicenza con i Saveriani, sono poi andato ad Ancona per il noviziato, a Parma per la teologia e finalmente, il grande “sì per sempre” con la professione religiosa missionaria il 5 marzo del 2000, il diaconato e l’ordinazione sacerdotale nel duomo di Parma il 17 settembre 2000 – 23 anni fa.

Non é stato facile, ma Dio sempre mi ha messo vicino persone speciali, incominciando con i miei genitori Mario e Giuliana, le mie sorelle, i nonni, gli zii, i vari parroci, i saveriani e tante e tante persone amiche…

Sì, perché quando Dio chiama per una missione, dà anche la forza di realizzarla, e lo fa mandando persone amiche che ti sostengono in tutti i momenti, anche i più difficili.

Non è stato facile – infatti – uscire di casa a 11 anni, così come a 35 lasciare l’Italia per andare in missione, nonostante abbia sempre sognato la missione, ma quando arriva il giorno di entrare in aereo sapendo che avresti rimesso piede in Italia e rivisto genitori, sorelle e amici solo dopo 4 anni, non è facile… ma Dio è fedele… sempre dà la forza e invia persone che ti sostengono.

E dopo 16 anni di Brasile, quanto già mi stavo preparando per venire a studiare a Roma (missiologia), arriva quella fatidica telefonata del Nunzio Apostolico che mi ha detto: “Il Papa Francesco ti ha scelto per essere vescovo ausiliare di Belém. Qual è la tua risposta?”. Una telefonata che cambia completamente la vita. Una chiamata che esige una risposta, ma che cosa rispondere?

Ma pensando che avevo giá detto il mio “sì per sempre” come missionario, non potevo adesso cambiare opinione. Questo me lo ha ricordato anche mio padre quando ha saputo della notizia e mi son detto: “se Dio ha mostrato la sua fedeltà per tutti questi anni, aiutandomi in mille maniere, certamente avrebbe continuato a farlo perché la missione non è mia, ma sua”…per cui non dovevo aver paura. Pertanto, dopo tre giorni di preghiera e di tanta insonnia, ho detto di nuovo il mio Sì al nunzio apostolico e ho accettato di essere vescovo… e confesso, che dopo questo mio sì, mi sono sentito molto piú in pace e sereno e sono riuscito anche a dormire meglio.

Ma mi domando: “perché Dio sceglie persone piccole, in luoghi quasi insignificanti per affidargli grandi missioni?”

Perché il mondo capisca che è Dio che sta conducendo la storia e non i forti e i potenti. Sí, Dio sceglie gli umili, e li va cercare in in luoghi sconosciuti – come Nazareth – come è stato il caso di Maria; o li sceglie a BETLEMME come è stato il caso di Gesú… o li sceglie a Cagnano, come è stato il mio caso.

E questa non é coincidenza. Questo é lo stile con cui Dio agisce.

Di fatto – la storia di Gesú – che sarebbe nato in una piccola cittá –  era stata annunciata dal profeta Michea, come abbiamo sentito nella prima lettura:

“e tu betlemme di Efratam cosi piccola per essere fra i villaggi di Giuda, da te uscirà colui che deve essere il dominatore in Israele”.

Se è Dio che sta conducendo la storia, noi non dobbiamo avere paura di dire il nostro sì alle sue proposte; e di sì in sì, faremo parte della trasformazione del mondo.

Il tuo sì nell´essere uno sposo/a come Dio vuole, fedele.

Il tuo sì per essere un figlio, come Dio vuole, obbediente.

Il tuo sì per essere un professore, un operaio, un medico, come Dio vuole, onesto e competente.

Il tuo sì per essere un prete o una religiosa come Dio vuole, con un cuore di padre e madre, che ama, perdona, gioisce con chi é felice e soffre con chi soffre….

Tutti questi sì, faranno la differenza nella storia!!!!

Carissimi fratelli, con Maria dico di nuovo: “L´anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio salvatore” e con il salmo di oggi dico “Gioisco pienamente nel Signore” perché ha mostrato la Sua forza scegliendomi per continuare la missione degli apostoli, là in Brasile:

  • la missione di alimentare la fede ricevuta da Cristo…
  • la missione di essere una presenza di amore e di pace in un contesto di sofferenze e ingiustizie…
  • la missione di difendere quel bene tanto prezioso che è la foresta amazzonica con tutti i suoi abitanti, gli indios che tanto soffrono per causa di politiche che mettono il profitto sopra qualsiasi altro bene…

Gioisco nel Signore per avermi chiamato ad essere una piccola luce per tanti che sono nel dolore e nella prova, ma oggi voglio ringraziare in modo speciale il Signore per ciascuno di voi, perché chiamando me – il Signore ha chiamato anche voi, ossia, tutti coloro che, in una forma o nell´altra, hanno collaborato perché diventassi quello che sono.

Sí, perché ogni padre, ogni missionario, nasce in una famiglia, in una comunità, in una chiesa particolare; ed è questa stessa chiesa che invia il missionario e lo incoraggia e appoggia nei momenti difficili; e io posso dare testimonianza di aver sempre ricevuto questa forza dalla mia comunità di origine, che è la mia famiglia, la mia parrocchia, la mia diocesi e i saveriani.

Ringrazio il Signore per avere: una famiglia impegnata nella parrocchia; una parrocchia legata alla sua diocesi e ai saveriani… perché nessuno sceglie di essere missionario, ma siamo chiamati e inviati dentro di una comunità: è lì che la nostra fede cresce….

Per cui, approfitto di questo momento per ringraziare tutti voi per l´appoggio datomi e che mi darete in futuro.

In me, vescovo missionario in Amazzonia, ci siete un po’ tutti voi, chi in un modo chi in un altro.

E non c’è luogo migliore che questo santuario dedicato alla nostra mamma, la Madonna di Monte Berico, per riconoscere e celebrare le meraviglie che Dio compie in me e in ciascuno di noi.

Neanche farlo apposta, ora sono vescovo a Belém, una diocesi con una devozione mariana incredibile… nella festa di NOSSA SENHORA DE NAZARÉ ci sono 2 milioni e mezzo di pellegrini che partecipano della grande processione. Questa non è una coincidenza, ma un segno che Maria accompagna tutti i suoi figli che confidano in lei e che come lei dicono il loro SI al Signore.

Che Maria sia sempre modello di una chiesa missionaria, sempre aperta e in cammino verso coloro che aspettano un messaggio di speranza; e Maria porta in sè questo messaggio di speranza che si chiama Gesù – l’Emmanuele, il Dio con noi... come dice l´evangelista Giovanni, “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio per noi”… e questa visibilità dell’amore di Dio è Gesù – figlio di Maria.

Questa di Gesù è una bella notizia che non possiamo tenere solo per noi, ma dobbiamo annunciarla fino ai confini della terra… per questo sono là, in Amazzonia!!! Per portare ed essere questa bella notizia per loro…

Realmente – come diceva il mio fondatore san Guido Maria Conforti – “Il Signore non poteva essere più buono di così” – con me- nel darmi questa vocazione missionaria, religiosa, sacerdotale e oggi anche …episcopale.

Madonna di Monte Berico, prega per noi.

Paolo Andreolli, vescovo

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(Diocesi di Vicenza)

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