Un anticipo di Settimana Santa: è quello che hanno vissuto i giovani che hanno partecipato alla veglia diocesana alla vigilia delle Palme, nel tempio di San Nicolò, a Treviso: un appuntamento tradizionale assieme al vescovo Michele. La serata ha proposto un itinerario che ha percorso i tratti salienti del triduo pasquale, alla scoperta di un amore, quello di Gesù, che sa donarsi “fino alla fine” (com’era il titolo della veglia).
Il giovedì santo, giorno di comunione e di dono, è stato rappresentato da una grande pagnotta spezzata dal vescovo Michele e poi passata di mano in mano affinché tutti i giovani potessero mangiarne un pezzo. I giovani hanno potuto ascoltare le parole di papa Francesco, che ricorda come “nell’Eucaristia, Gesù è la forza dell’amore che si spezza e si divide per nutrire e dare vita; forza dell’amore che si frammenta per riunirci in unità”.
Il venerdì santo è stato messo in scena con il cammino di Gesù verso il Golgota, accompagnato da un sottofondo musicale dove riecheggiavano i suoni dei colpi del martello sui chiodi, il canto del gallo del tradimento di Pietro e il rumore dei trenta denari dati a Giuda, perché consegnasse Gesù ai capi del popolo.
Il sabato santo nel tempio di S. Nicolò ha avuto i tratti dell’oscurità. E nel buio, illuminato da alcune fiaccole sostenute da due giovani, il Vescovo ha parlato di un Gesù “forte”, ma non di quella forza che possiamo intendere oggi, fatta di prestazione ed efficientismo. Si tratta di una forza che è disposta a essere vulnerabile, a farsi fragile, feribile, per la salvezza di tutti. Il dono immenso di Gesù è stato consapevole: ha voluto consegnare la propria vita affinché dal suo costato scaturisse la salvezza per ognuno di noi. Sempre papa Francesco dice: “Gesù si fa fragile come il pane che si spezza e si sbriciola. Ma proprio lì sta la sua forza. Nell’Eucaristia la fragilità è forza: forza dell’amore che si fa piccolo per poter essere accolto e non temuto”. La domenica di Pasqua ha poi squarciato le fitte tenebre attraverso un gioco di luci che ha illuminato le colonne e l’altare: attraverso la tecnica delle ombre cinesi è stato commentato il brano evangelico di Giovanni che narrava della Maddalena che, andando al sepolcro non aveva trovato il “suo Signore”. E, mentre piangeva, proprio Gesù le si fa vicino dicendole con tanta tenerezza: “Donna perché piangi? Chi cerchi?” (Gv 20,15).
E’ seguita poi l’adorazione eucaristica: aiutati da una guida, i giovani hanno sostato innanzi alla presenza reale di Gesù risorto, esprimendo davanti a lui i loro timori, le loro speranze, i loro sogni di resurrezione. Il coro giovani ha accompagnato tutti questi momenti con la musica e il canto, rendendo ancora più speciale questo appuntamento di preghiera.