I Bisi del Veneto
Bisi di Baone DE.CO.
Per le sue caratteristiche di precocità e adattabilità, la varietà nana è quella che maggiormente si adatta ai terreni e ai monti della zona di Baone. Le semine precoci autunnali, infatti, avvantaggiate dalle caratteristiche pedoclimatiche e dalla particolare esposizione a sud dei Colli Euganei, garantiscono una primizia eccellente dal punto di vista di bontà, genuinità, dolcezza e tenerezza.
La volontà di recuperare la tradizione, di fronte all’impossibilità di reperire le antiche varietà coltivate nel territorio, ha portato a utilizzare le varietà proposte oggi dalle ditte sementiere, cioè quelle a colore più verde e a seme rugoso che garantiscono un maggior contenuto in zuccheri anche a maturazione avanzata. Determinanti, per la qualità del prodotto finale, sono comunque l’andamento stagionale e le temperature. Temperature medie superiori ai 20°C, in prossimità della raccolta, determinano infatti una veloce e repentina maturazione del seme, creando problemi sulle caratteristiche organolettiche dei piselli
Bisi di Borso
Il “biso de Borso”, oggi riconosciuto da un marchio di qualità attestato dalla Camera di Commercio di Treviso, è caratterizzato da una forma sferoidale di colore verde, a buccia liscia, di consistenza dura e sapore dolce. La dicitura “biso de Borso” viene applicata esclusivamente ai baccelli della specie Pisum sativum L. il cui numero medio di baccelli per pianta è di 5-6, mentre il numero medio di semi per baccello è di circa 6. La particolare dolcezza di questo pisello, dalla quale dipende la sua fama, è ottenuta anche grazie ai metodi di coltivazione che prevedono la semina autunnale sulle colline riparate, esposte a sud, dove la particolare posizione dei terreni, l’assenza di nebbie e la felice esposizione favoriscono tale caratteristica. Sui fertili terreni alluvionali del versante sud del Massiccio del Grappa, infatti, le colture sono protette dalla montagna e godono di un clima particolarmente mite. Ma, se verso la fine del processo di maturazione, viene a mancare l’acqua, il raccolto è compromesso. E, in questi casi… “Adio bisi!” è l’espressione usata dai locali, che ben trasmette il concetto di “grande sventura”.
Bisi di Colognola
Conosciuti nel veronese con il nome di “Bisi” sono coltivati a Colognola ai Colli fin dall’antichità.
È una varietà che produce baccelli stretti e lunghi, al cui interno si trovano 8-9 grani. Anche in questo caso, la loro caratteristica principale è la dolcezza da attribuire, oltre che alla caratteristica varietale utilizzata, anche al clima di Colognola. La particolare esposizione geografica di Colognola, infatti, permette una ottimale esposizione verso sud e consente di avere temperature invernali più miti, al riparo dall’umidità e dalla nebbia della pianura sottostante.
Bisi di Peseggia DE.CO.
I bisi di Peseggia sono coltivati in provincia di Venezia, in particolare nel comune di Scorzè (nelle frazioni di Peseggia, Gardigiano, Cappella, Rio San Martino).
Sono presenti in diverse varietà: precoci, caratterizzati da una colorazione verde chiaro e ottima per il consumo immediato, ma poco adatta per la congelazione; la medio-precoce, di colore verde scuro di media intensità, dolcissima e particolarmente indicata per la conservazione in congelatore; infine, la varietà tardiva, di un intenso colore verde scuro, con una buona idoneità alla congelazione/surgelazione. La tradizione di Peseggia richiede soprattutto varietà rampicanti: “a mezza frasca” per le varietà precoci e medie, più alte per quelle tardive.
L’ambiente agrario della zona, tra i più fertili e ricchi d’acqua della provincia, l’ottima lavorabilità del suolo, la tradizionale disponibilità di buon letame, ora molto meno frequente di un tempo per la drastica riduzione dell’allevamento bovino, hanno favorito lo svilupparsi di tale coltivazione.
Bisi di Pozzolo – Villaga DE.CO.
A Villaga, ai piedi dei Colli Berici, i piselli crescono in terrazzamenti esposti al sole e su rive “in costiera”, che consentono, grazie al clima sempre mite, una produzione precoce.
Il territorio d’elezione di questo prodotto è una spianata verde e tranquilla, un “poggiolo” soleggiato dell’altopiano nella Val Liona. È in quest’oasi collinare, negli appezzamenti più esposti al sole, che si trovano le “bisare”, piccoli orti di piselli che, aiutati dalla natura del suolo e dalla felice posizione, crescono rigogliosi. Proprio la coltivazione in queste zone, dalle temperature mai troppo rigide, dona a questi ortaggi caratteristiche uniche, che rendono i piselli di Pozzolo – Villaga una prelibatezza molto ricercata dai veri gourmet. Per primo matura il Bianchetto, piccolo e tenero, tanto che, a contatto con il calore del cibo, quasi si scioglie. Poi arrivano il Verdone e il Proton, più rotondi e consistenti, ugualmente dolci e deliziosi. I bisi di Pozzolo – Villaga costituiscono una delle specialità tradizionali più importanti di questo territorio, con un sapore dolce davvero inconfondibile e unico, tanto da essere chiamati anche smeraldi di Pozzolo.
Bisi di Pianiga
In passato i piselli di Pianiga erano così ricercati da essere famosi anche a Milano e Roma, e così preziosi che la gente non osava mangiarli e li coltivava solo per metterli in vendita. Il mercato si teneva la sera, durante tutto il periodo della raccolta.
Bisi di Lumignano DE.CO.
I bisi di Lumignano sono una particolare qualità di piselli coltivati nei dintorni di Lumignano, frazione del comune di Longare, in provincia di Vicenza. Qui si scorgono gli orti a terrazze, le cosiddette “masiere”, dov’è tradizionale la coltura dei piselli, merito dei monaci Benedettini che probabilmente la avviarono in epoca medievale. Il clima dolce e la buona esposizione al sole resero proficua la coltura che attecchì e si diffuse in tutta la zona, permettendo la selezione di una varietà locale, denominata Bisi Verdoni, le cui piantine sono basse e non necessitano di sostegno e resistono bene al freddo invernale, mentre risentono delle gelate primaverili. I contadini di un tempo avevano capito di poter sfruttare il riverbero della roccia riscaldata dal sole per ottenere una produzione tanto precoce da essere inviata a Venezia per il banchetto del doge nel giorno della festa di San Marco, il 25 di aprile. Tradizionale era la consociazione del pisello con l’olivo e il vigneto, altre colture tipiche dei Berici, con reciproco vantaggio. I “bisi de Lumignan” sono destinati totalmente al consumo fresco. Per questo la raccolta dei baccelli avviene quando il seme è ancora tenero, dolce, cioè quando i baccelli sono molto delicati; essa va da aprile a maggio.