Quale impatto il progetto “Life Forestall” nell’oasi WWF di Valle Averto sta avendo sull’intero territorio lagunare, dopo un quadriennio dalla sua realizzazione, e come può essere replicabile e trasferibile in altre aree di grande interesse naturalistico: questi i temi dell’incontro promosso questa mattina, all’Auditorium della Città metropolitana, dal Corila, il Consorzio delle ricerche inerenti il sistema lagunare di Venezia, che ha coordinato questo intervento.
Una giornata non solo di informazione, ma anche di confronto, per tecnici, ambientalisti, amministratori, a cui ha preso parte, per il Comune di Venezia, l’assessore all’Ambiente, Massimiliano De Martin.
“Quello realizzato a Valle Averto – ha sottolineato l’assessore – è un progetto molto importante, dal punto di vista ambientale, per l’intera gronda lagunare, un territorio che comprende, oltre a Venezia, altri otto comuni. Un progetto che parte da un presupposto: quello che la presenza dell’uomo, sul territorio, non deve essere vista come una minaccia, ma un fattore equilibratore e di protezione. E questo vale ancora di più per la nostra laguna, che è un habitat antropizzato, non ‘naturale’, che per essere mantenuto abbisogna sempre di nuovi interventi, che si succedono, infatti, da un migliaio di anni.
Perché solo lavorando bene a livello ambientale nei territorio limitrofi, si può davvero preservare lo stesso Centro storico di Venezia: un lavoro difficile, ma che vede il Comune fare la sua parte, con cantieri in essere, attualmente, per circa 73 milioni di euro.”
Il progetto su Valle Averto ha avuto diverse fasi di intervento. Dapprima quella per migliorare la circolazione e la qualità dell’acqua al suo interno (dragando i canali, pulendo gli argini e consolidandoli con fascine ricavate dagli sfalci della vegetazione presente).
Poi quella per incrementare l’habitat sia della Palude calcarea che delle Foreste alluvionali presenti (eliminando la vegetazione infestante, rimodellando il suolo, impiantando oltre 42.000 piantine autoctone). Per migliorare l’ecosistema animale si è quindi provveduto a limitare la presenza dei pesci siluro, a costruire zattere per la nidificazione degli uccelli acquatici, a censire le specie presenti, che sono più di 130. Un ultimo intervento ha riguardato il miglioramento dell’esperienza di visita, con nuovi cartelli informativi e nuovi percorsi schermati, ma anche con la realizzazione di video che danno la possibilità di visite ‘virtuali’.