LA POLIZIA DI STATO RINTRACCIA IN VIA BELZONI AL PORTELLO, IL GIOVANE, 19ENNE CITTADINO MAROCCHINO IRREGOLARE, CHE DURANTE LA RISSA DEL 13 NOVEMBRE IN VIA ALTINATE AVEVA AGGREDITO E SPACCATO UNA SEDIA IN TESTA AD ALTRO RAGAZZO.

BLOCCATO DAI POLIZIOTTI HA DICHIARATO ESSERE MINORE, MA ESAME AUXOLOGICO RISCONTRA MAGGIORE ETA’. QUESTORE DISPONE COLLOCAMENTO PRESSO CPR DI MILANO DOVE E’ STATO SCORTATO DA AGENTI

Nell’ambito dei dispositivi di prevenzione, vigilanza e controllo del territorio effettuati dalle pattuglie della Questura, gli agenti della Squadra Mobile nella nottata di martedì 26 novembre hanno rintracciato in via Belzoni al Portello il giovane che aveva partecipato alle rissa di via Altinate durante la quale aggrediva e spaccava una sedia su un altro corrissante. Si tratta di un 19/20enne cittadino marocchino irregolare che su diposizione del Questore della provincia Marco Odorisio è stato scortato e collocato nella stessa serata di martedì 26 pressoil CPR di Milano ai fini della completa identificazione per il definitivo allontanamento dal territorio nazionale.

Infattti, nella serata di mercoledì 13 novembre in Via Altinate si verificava una rissa tra soggetti magrebini, i quali si colpivano a vicenda con sedie, catene e biciclette. La rissa, che vedeva coinvolti almeno 5 giovani ragazzi, veniva videoripresa anche da alcune persone presenti sul posto e poi divulgata il giorno seguente sui social network.

Appreso dell’episodio, si attivavano immediatamente gli agenti della della Squadra Mobile che nei giorni successivi hanno raccolto testimonianze, visionato ore di filmati di telecamere pubbliche e private della zona, riuscendo ad individuare e rintracciare il più violento dei partecipanti alla rissa, quello che armato di sedia la spacca su di un altro giovane.

I poliziotti contestualizzavano anche il movente della rissa che si sarebbe scatenata per futili motivi: probabilmente lo scontro fisico è partito da un commento o apprezzamento non gradito ad uno dei ragazzi.

Sulla scorta delle immagini catturate dai sistemi di videosorveglianza e dei video diffusi sui social, gli investigatori hanno effettuato, sin dal giorno successivo, servizi mirati nel quartiere Portello, anche acquisendo informazioni dalle persone che frequentano la zona, come quella che il giovane immortatlato nei video armato di sedia, indossante un appariscente giubbino verde con maniche bianche, riconoscendosi si disfava di quell’abbigliamento al fine di rendersi non individuabile.

Il riconoscimento è avvenuto circa tre giorni fa e, attraverso controlli assidui della zona, nella tarda serata di ieri i poliziotti della Squadra Mobile hanno individuato il ragazzo in questione che ha partecipato alla rissa in Via Belzoni e lo hanno accompagnato in Questura per gli ulteriori accertamenti.

Il giovane sin da subito si mostrava poco collaborativo, non declinava le proprie generalità e non portava a seguito i documenti identificativi. Nel corso della serata dichiarava poi di essere minorenne, ma la sua versione risultava poco credibile per l’altezza e l’aspetto fisico e, pertanto, previa autorizzazione dell’Autorità giudiziaria, veniva sottoposto ad esame auxologico presso il locale nosocomio che ne accertava la maggiore età riconducibile tra i 19 ed i 20 anni.

Il ragazzo marocchino, è risultato altresì sconosciuto in ogni Banca-dati delle Forze di Polizia: una sorta di “fantasma”, di cui non si conosce la data di ingresso nel Territorio italiano, la famiglia, la dimora e nessun tipo di informazione.

All’esito degli accertamenti il giovane pertanto veniva denunciato a piede libero per rissa, false attestazioni a pubblico ufficiale sulla propria identità e, in quanto irregolare sul Territorio nazionale, veniva attivato l’Ufficio Immigrazione ed il Questore disponeva il collocamento presso il CPR di Milano dove nella sertata di martedì 26 novembre è stato accompagnato dai poliziotti della Questura, e sarà trattenuto ai fini della sua completa identificazione per il definitivo allonatanamento dal territorio nazionale.

Le indagini della Squadra Mobile proseguono anche per identificare e rintracciare gli altri giovani protagonisti dell’episodio.

(Questura di Padova)

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