Comunione e Liberazione a Treviso da 50 anni: incontro il 12 dicembre

In occasione dei 50 anni di presenza di Comunione e Liberazione a Treviso, è stato organizzato, per il prossimo 12 dicembre, un incontro aperto all’auditorium Santa Caterina con il vescovo, mons. Michele Tomasi, e Davide Prosperi, presidente della fraternità di Cl.
“Chiedendoci come guardare a questa ricorrenza del 50° di presenza a Treviso di Cl – dice Samuele Busetto, responsabile diocesano della fraternità di Cl – ci siamo detti che non ci interessa l’autocelebrazione. Certo, abbiamo anche scritto un libro che raccoglie la storia di questi 50 anni (in uscita presso Itaca edizioni), ben sapendo che raccontare la storia di una comunità è un lavoro arduo, che si presta inevitabilmente a riduzioni. Infatti, la comunità è fatta di persone e la vita di ogni persona contribuisce a creare il corpo della comunità: risulta impossibile raccontare tutta questa vita senza lasciare lacune. Sentiamo radicalmente nostre le parole di don Giussani, scritte nel 1994 in occasione del quarantennale del movimento: “Man mano che maturiamo, siamo a noi stessi spettacolo e, Dio lo voglia, anche agli altri. Spettacolo, cioè, di limite e di tradimento, e perciò di umiliazione, e nello stesso tempo di sicurezza inesauribile nella Grazia che ci viene donata e rinnovata ogni mattino. Da qui viene quella baldanza ingenua che ci caratterizza, per la quale ogni giorno della nostra vita è concepito come un’offerta a Dio, perché la Chiesa esista dentro i nostri corpi e le nostre anime, attraverso la materialità della nostra esistenza”.
“Nel pensare a un momento pubblico – continua Samuele – abbiamo scartato l’idea di presentare il libro sulla comunità. La memoria è certo colma della storia della nostra fede, ma è anche il presente che vogliamo: ci interessa la pertinenza della fede alla vita ora, la possibilità di essere generati ora. Ci siamo detti, allora, di vivere questa ricorrenza guardando a chi oggi guida la Chiesa che è in Treviso e a chi guida il nostro movimento e proponendo un dialogo tra loro il 12 dicembre.
Il titolo e l’immagine scelti per questo incontro lo mettono in evidenza. Il titolo “Liberati per la libertà” (Gal. 5,1) è frutto di quanto emerso da un dialogo con il vescovo Michele. Gli abbiamo regalato il recente libro L. Giussani, “Una rivoluzione di sé. La vita come comunione” (1968-1970), dicendo che in questo libro si vede l’appassionato cammino di Giussani nel tentativo di trovare le parole per definire l’esperienza di fede e di comunione che egli viveva con i suoi giovani nel turbine del Sessantotto: una tensione a riconoscere i nuovi passi da compiere, fino a scoprire che il gruppo degli universitari della Statale di Milano si erano dati come nome Comunione e Liberazione. “Noi siamo il nome che si sono dati loro!” disse don Giussani, perché l’esperienza della vera liberazione non viene da null’altro se non dall’esperienza della comunione generata dalla fede. Reagendo a questo racconto, il vescovo Michele ha richiamato proprio la liturgia del giorno in cui gli abbiamo regalato il libro: la lettera ai Galati in cui San Paolo dice «Cristo vi ha liberati per la libertà» (Gal. 5,1). Ci ha invitato a non perdere questa dimensione propria del nostro carisma, questa esperienza di liberazione di cui oggi c’è assoluto bisogno. Ci è sembrato allora provvidenziale porre la frase di San Paolo come titolo: «Liberati per la libertà»”.
L’immagine scelta per la locandina è un particolare tratto dal quadro di Gauguin “Vision après le sermon” (1888) che rappresenta la lotta di Giacobbe con l’angelo. Questo episodio della Genesi è stato richiamato da Davide Prosperi, durante la Giornata di inizio anno del movimento a settembre. Prosperi lo ha indicato come immagine di una comunione vissuta: una lotta che giunge alla scoperta della radicale dipendenza da Dio. “Come Giacobbe, allora, in qualunque situazione della vita, tu vinci se ti lasci vincere dalla grande Presenza che ti è venuta incontro, dal Dio fatto uomo. E cos’è che vinci? Vinci il suo amore. Meglio: vinci, ottieni quella libertà nuova e vera, che consiste precisamente nel vivere di una resa all’amore gratuito di un Altro, nel consistere non di quel che fai e sai tu, ma dell’amore gratuito d’un Altro, gratuito fino al perdono. Cristo ti ama, certo, ma se non impari ad abbandonarti a questo amore, ad arrenderti a questo amore, è come se non potessi percepirlo, riconoscerlo, sperimentarlo davvero”. Appuntamento all’auditorium di Santa Caterina a Treviso, giovedì 12 dicembre, alle ore 20. (A.R.)

(Diocesi di Treviso)

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