“Stabiliamo insieme un’alleanza sociale per la speranza”: l’appello del Vescovo allo scambio degli auguri con gli amministratori locali

“Facciamo alleanza con i giovani e con gli anziani; con gli ammalati, con i detenuti, con i migranti, con le persone debole e fragili, con la terra, l’aria e l’acqua. Torniamo a fare alleanza con la vita. L’augurio di buon Natale che vorrei farvi, oggi, è di trovare in voi le ragioni e le radici di una speranza così salda da diventare guida certa sul vostro cammino“. E’ così che il vescovo di Treviso, mons. Michele Tomasi, ha concluso il suo saluto agli amministratori locali, riuniti nel salone del Vescovado per lo scambio degli auguri di Natale. Molti i sindaci e le sindache presenti, ma anche assessori e consiglieri, che ogni anno non mancano all’appuntamento di riflessione e di scambio a pochi giorni dal Natale.

 

Ha citato Giorgio La Pira, sindaco di Firenze, dichiarato venerabile dalla Chiesa, e ha citato papa Francesco, il vescovo Tomasi, in una riflessione che ha messo al centro i valori della libertà e delle responsabilità e dell’impegno di tanti uomini e tante donne che quotidianamente donano il proprio tempo e le proprie energie all’amministrazione del bene comune, per costruire la società, per costruire una città in cui ci sia posto per tutti, “un posto per pregare (la chiesa), un posto per amare (la casa), un posto per lavorare (l’officina), un posto per pensare (la scuola), un posto per guarire (l’ospedale)”, come scriveva La Pira.

Importante il richiamo alla collaborazione e al dialogo da parte del Vescovo: “I cristiani mettono a disposizione la radicale fedeltà al Vangelo nel dialogo costruttivo con tutte le donne e gli uomini di buona volontà, e tutti sono chiamati a mettere a disposizione i frutti della loro personale ispirazione ideale”.

“Sono convinto che vi sentite concretamente e quotidianamente a servizio di questo: che nelle realtà che amministrate vi sia posto per tutti, e che tutti possano condividere legami buoni e saldi di cittadinanza, di reciproco arricchimento, di mutuo aiuto – ha detto mons. Tomasi -. E so che siete convinti che la Chiesa rappresenta nel territorio, di cui siete responsabili, la casa della preghiera di tutti e per tutti, e che siete disponibili a dare possibilità di preghiera a chiunque voglia invocare, sull’esistenza propria e altrui, la benedizione del Dio della pace, e a tutti sempre la possibilità di cercare insieme i fondamenti, religiosi o laici che siano, della comune e condivisa umanità. E sono anche persuaso che sappiate che, come ricordava La Pira, la casa non è solamente una costruzione fisica, bensì aspira ad essere “un posto per amare”. Ecco i vostri sforzi per dare casa a chi non l’ha, e a fare in modo che l’abitazione possa essere casa, e casa sicura per tutti, esperienza di crescita di relazioni familiari buone. È un compito di tutti e di ciascuno, perché è troppo importante che le relazioni umane continuino ad essere luogo di benedizione e non di violenza, di pace e sicurezza e non di paura. Come sarebbe bello se riuscissimo a radicare tutti nel terreno buono dei nostri territori, affinché ciascuno possa crescere e svilupparsi, fiorire secondo i propri sogni e le proprie aspirazioni, e tutti potessero custodire la sacralità di questo sviluppo della persona”.

Viviamo un tempo grigio, non possiamo nasconderlo. Le guerre, le ostilità, le polarizzazioni. Conflittualità ed aggressività a tutti i livelli. Ispiriamoci ancora all’opera di Giorgio La Pira, il sindaco che ha girato il mondo per la pace, che per la pace ha parlato con coloro che erano avversari, e che in nome di Cristo ha lottato per la giustizia, sostanza della pace. Egli chiamava a raccolta i sindaci, perché si facessero strumenti di relazioni di pace, di amministrazione di pace, di politica di pace“.

Infine, l’appello a “ripartire, insieme: dalla libertà della persona umana e dalla sua responsabilità. Facciamo appello alle risorse migliori delle donne e degli uomini. Facciamo appello ai sogni grandi che ci abitano, anche quando non sappiamo immediatamente riconoscerli. Offriamo luoghi di vita e di impegno, anche di fatica, per prenderci cura di questo momento della storia dell’umanità, e di questo lembo di terra, meraviglioso e delicato che è affidato alle nostre cure. Prendiamoci il tempo per pensare, per ascoltare, per condividere idee e progetti. Prendiamoci il tempo e la calma per stabilire l’«alleanza sociale per la speranza» cui papa Francesco (gli facciamo gli auguri per il suo ottantottesimo compleanno, oggi) ci richiama nella bolla di indizione del giubileo, che apriremo, qui a Treviso, il 29 dicembre”.

A porgere gli auguri al Vescovo, oltre a Franco Bonesso, sindaco di Trevignano, che ha moderato la serata, il sindaco di Treviso e presidente Anci Veneto, Mario Conte, che ha riflettuto sui comuni problemi delle città piccole e grandi e degli amministratori, sulla crisi valoriale che colpisce molti giovani, ma che parte dagli adulti e sulla necessità di fare rete insieme, al di là dei confini territoriali, per una sostenibilità ambientale, ma anche sociale. Il saluto a nome del presidente della Provincia di Treviso, Stefano Marcon, lo ha portato il vicepresidente Fabio Maggio; e poi Marco Della Pietra, del Centro studi amministrativi della Marca trevigiana e Paola Roma, dell’Associazione Comuni della Marca trevigiana. Per i sindaci della parte veneziana della diocesi è intervenuto il sindaco di San Donà di Piave, Alberto Teso, mentre per i comuni padovani ha portato il suo saluto la sindaca di Trebaseleghe, Antonella Zoggia; anche il comune vicentino di Mussolente era rappresentato dalla sindaca Ellena Bontorin. Non ha voluto mancare, anche quest’anno, il senatore Angelo Pavan, per molti anni presidente dell’associazione Comuni della Marca trevigiana.

Al termine, foto di gruppo e molti selfie in occasione dello scambio dei doni.

(Diocesi di Treviso)

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