Venerdì 7 marzo, la chiesa di Sant’Agnese, a Treviso, ha ospitato il quarto incontro del secondo ciclo della “Scuola della Parola”. Il tema della serata, “La risposta di Maria”, ha offerto ai giovani l’occasione di riflettere sul brano dell’Annunciazione, un passaggio centrale della fede cristiana, che racconta la chiamata rivolta a Maria da parte dell’angelo Gabriele, il quale le annuncia che sarebbe diventata la madre del Salvatore.
Dopo la lettura del Vangelo, il vescovo Michele ha guidato i partecipanti in una riflessione, sottolineando l’importanza del brano: “È un testo che conosciamo tutti molto bene, in quanto è probabilmente uno dei più noti e importanti di tutte le scritture. È il racconto di un momento decisivo della storia della salvezza. È la storia di una chiamata unica e di una vocazione alla partecipazione alla storia della salvezza”.
Un cammino attraverso la Parola di Dio, quello compiuto dai giovani con il Vescovo, incontrando, all’inizio, la primaria iniziativa di Dio nella vicenda della chiamata di Davide; e, poi, gli ostacoli che il cuore dell’uomo pone alla risposta alla chiamata, le resistenze, le ribellioni nella storia di Giona, il profeta ribelle; la scoperta, poi, di quanto sia importante il ruolo dei sentimenti e degli affetti nel prendere decisioni salde, fedeli e durature, con la storia di Ruth e il suo amore tenace e fedele per la suocera Noemi. Infine, il dialogo tra l’angelo e Maria, alla luce di tutte le Scritture di Israele.
Il Vescovo ha messo in luce il significato profondo dell’Annunciazione: “È il racconto della porta che si apre sul tempo e sullo spazio proprio grazie al Sì, all’Eccomi di Maria. La porta che si apre alla vicenda divina e umana dell’incarnazione”.
L’intervento ha evidenziato come, nel brano evangelico, Maria si trovi di fronte a un cammino di discernimento: “Ci viene presentato un cammino che, anche se breve nel racconto, è un cammino deciso, e decisivo, verso la decisione di Maria, un cammino di discernimento breve ma intenso e fecondo, che va in profondità. Il mistero che ci viene presentato è al di là di ogni spiegazione o di una piena comprensione, ma proprio in esso possiamo trarre molti motivi di insegnamento per la nostra vita”. Maria, infatti, non esprime dubbi sulla possibilità di quanto le viene detto, ma si chiede come possa accadere, aprendo la sua mente e il suo cuore all’agire di Dio. “Non vede nel suo limite evidente, che è quello di essere una vergine, l’impossibilità di quanto le viene prospettato, cioè di diventare madre. Lascia spazio all’agire di Dio che sa possibile, e lo sa per la testimonianza di chi è venuto prima di lei. Lo sa per le profezie contenute nelle Scritture, che lei ha ascoltato e meditato molte volte. Maria trova eco, in questo momento, a quello che è stato già vissuto nella storia della salvezza”, ha ricordato il Vescovo, citando molti passi del Primo Testamento. “L’esperienza religiosa e di fede di Maria è quella di essere del tutto contemporanea con i padri, e soprattutto con le madri, d’Israele. Vive con loro anche se sono distanti nel tempo”.
Il Vescovo ha anche fatto un’osservazione sull’importanza della giovinezza nella risposta a Dio: “C’è nella giovinezza, mi pare, la possibilità di mondi che si aprono. Questo c’è anche nella giovane Maria, e per lei quella possibilità diviene la stessa possibilità di Dio. E a questa possibilità lei dà immediatamente credito e così si lascia trasformare, si lascia plasmare. Se noi stiamo con lei, come lei stava con i personaggi dell’Antico Testamento, allora abbiamo una traccia per stare nella lettura e nell’ascolto della Parola di Dio con questo atteggiamento, con la possibilità di stare con Dio che dipinge gli scenari del nostro vero mondo, che ci schiude le possibilità vere cui siamo invitati e che ci sono possibili. L’ascolto delle Scritture non è una tra le tante cose, è l’orizzonte che schiude ogni nostro possibile orizzonte. E’ quello che fa risuonare pienamente la nostra vita”. La riflessione si è, poi, soffermata sull’importanza del discernimento: “Il criterio del discernimento è quello di seguire ciò che davvero ci rende felici. E questo è possibile solamente se permettiamo a Dio di essere il nostro Signore: Ecco, avvenga per me secondo la tua parola”. Il Vescovo ha quindi invitato i giovani a fidarsi di Dio e a decidere secondo la misura del suo amore, non secondo ciò che sembra ragionevole per l’uomo. “Per questo dobbiamo abitare nello stesso mondo di Dio, lo stesso mondo dei Santi”.
I giovani si sono, poi, divisi in gruppi per un momento di riflessione e confronto. Ogni gruppo ha avuto l’opportunità di meditare sul Vangelo e sul Salmo, proposto dal coro che ha accompagnato la preghiera. Il momento di silenzio ha permesso a tutti di interiorizzare il messaggio del Vangelo e di condividere con i compagni di cammino le proprie riflessioni.
L’ultimo appuntamento è fissato per il 9 maggio, dedicato alla figura di Pietro e alla “Speranza di giorni felici”.
(Elena Merotto – tratto da “La vita del popolo” del 16 marzo)