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Cei: dal Consiglio permanente la richiesta di cessate il fuoco nei conflitti e la proposta della veglia di Pentecoste dedicata alla pace

È un appello forte e unanime per la pace, da costruire con gesti concreti di solidarietà e momenti di preghiera, quello che si è levato dal Consiglio Episcopale Permanente, riunito a Roma il 27 maggio sotto la guida del Cardinale Presidente Matteo Zuppi.

Cessate-il-fuoco immediato per i conflitti

Di fronte al dramma della guerra, che unisce tragicamente diverse parti del mondo, e alla violenza che non sembra cessare né in Ucraina né a Gaza, i Vescovi italiani hanno invocato un cessate-il-fuoco immediato, denunciando l’inaccettabile tributo che intere popolazioni stanno pagando e ribadendo la necessità che il diritto umanitario internazionale sia sempre garantito.

In linea con quanto sottolineato dal Presidente nella sua Introduzione, il Consiglio Permanente ha ribadito l’urgenza di un impegno, propositivo e fattivo, per una pace che, come l’ha definita Papa Leone XIV, sia «disarmata e disarmante». Quello della riconciliazione, della fratellanza, dell’amicizia tra i popoli è un filo rosso che lega il Pontificato di Papa Leone a quello dell’amato Papa Francesco, i cui insegnamenti profetici restano un faro per coloro che hanno a cuore il presente e il futuro della famiglia umana. Nel fare memoria di quanto ricevuto da Bergoglio e nel rinnovare i sentimenti di obbedienza filiale al nuovo Vescovo di Roma, il Consiglio Permanente ha confermato la disponibilità della Chiesa in Italia a promuovere e sostenere ogni sforzo perché tacciano le armi, si rilascino gli ostaggi, si trovino soluzioni politiche adeguate perché ogni popolo possa vivere in sicurezza.

Veglia di Pentecoste per la pace

Riguardo all’immane tragedia che si sta consumando nella Striscia di Gaza, i Vescovi hanno fatto proprie le parole pronunciate mercoledì scorso, al termine dell’udienza generale, da Leone XIV: «È sempre più preoccupante e dolorosa la situazione nella Striscia di Gaza. Rinnovo il mio appello accorato a consentire l’ingresso di dignitosi aiuti umanitari e a porre fine alle ostilità, il cui prezzo straziante è pagato dai bambini, dagli anziani, dalle persone malate» (Udienza generale, 21 maggio 2025). Uniti al Santo Padre, hanno quindi auspicato che sia rispettata la dignità delle persone, sia permesso l’ingresso di aiuti senza restrizioni, siano aperti corridoi umanitari e, soprattutto, si attivi la Comunità internazionale per porre fine alle ostilità.

A queste richieste si aggiunge la proposta di momenti di penitenza e di preghiera comunitari. Il giorno di Pentecoste, gli Apostoli ricevettero il dono dello Spirito Santo e «cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi» (Atti 2,4). Il dono delle lingue del Cenacolo è un incoraggiamento a superare il dramma delle divisioni e a adoperarsi per la comunione. In un momento storico contrassegnato da guerre e discordie, dai Vescovi, pertanto, è giunto il suggerimento a celebrare la Veglia di Pentecoste per implorare da Dio il dono di una pace piena e a ricucire i vincoli di fraternità tra le nazioni. L’Ufficio Liturgico nazionale sta predisponendo uno schema di preghiera ad hoc.

(Diocesi di Treviso)

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