(AVN) – Mira, 20 giugno 2025
“Dopo trent’anni di attesa, oggi la rinascita. Un risultato storico, che mette fine a una delle vicende ambientali più complesse per il territorio veneziano. Quando ci è stato messo davanti l’impegno che anche questa bonifica comportava, con una quantità infinita di interventi su un’area ad altissimo inquinamento, ci siamo assunti l’ìmpegno di restituire alla comunità anche quest’area. Oggi festeggiamo la fine di un percorso in cui abbiamo messo testa, gambe e volontà, perché di fronte a un’operazione come questa ci sarebbero stati tantissimi cavilli per lasciar perdere. Ma noi siamo veneti, e come veneti siamo abituati a risolvere i problemi, non a girarci attorno. E sempre come veneti, avremmo diritto al rifinanziamento della Legge Speciale per Venezia, inapplicata dal 2011. Qualcuno a Roma deve capire che il nostro è un territorio fragile, che in passato è stato pesantemente contaminato dal punto di vista ambientale. Ho scritto, ed ha scritto anche il presidente Zaia, decine di lettere affinchè fosse convocato il Comitatone e rifinanziata la Legge, ma non ci è mai stata data nemmeno una risposta. Credo invece che rispondere sia doveroso, non tanto per noi ma per i veneti, che lavorano ogni giorno per garantire servizi a tutto il Paese. Se parte di queste risorse tornassero a casa, sarebbe cosa buona e giusta”.
L’assessore regionale alla Legge speciale per Venezia Roberto Marcato ha presenziato oggi a Mira alla chiusura della bonifica della discarica di via Teramo in frazione Olmo di Borbiago, nella quale oltre 7.000 fusti metallici contenti sostanze tossico-nocive là sepolti fin dagli anni Settanta, sono stati rimossi in un’operazione complessa e fondamentale per la sicurezza del territorio. L’intervento è costato complessivamente 6.000.000 di euro.
All’appuntamento hanno partecipato il commissario unico gen. Giuseppe Vadalà, il vicesindaco di Mira Gabriele Bolzoni, l’amministratore unico di Veneto Acque Gianvittore Vaccari con il dirigente tecnico Francesco Trevisan, Kevin Dittadi di Idea Srl, il prof. Angelo Merlin dell’Università Ca’ Foscari.
Negli anni ’60, l’area di via Teramo era una cava privata per l’estrazione di argilla usata per produrre laterizi. Terminata l’attività, quella stessa cava fu colmata negli anni ’70 con rifiuti di vario tipo tra cui scorie industriali derivanti dall’interramento di fusti metallici contenenti composti tossico-nocivi come arsenico e cobalto, provenienti principalmente dagli impianti chimici di Porto Marghera.
Per anni, quei rifiuti sono rimasti sepolti e invisibili.
Solo nel 1992, durante alcuni scavi, sono emersi i primi fusti metallici. Le indagini sul sito hanno confermato fin da subito la criticità della situazione. Nel 1998 la questione è stata trattata anche in una Commissione parlamentare d’inchiesta.
Nel 1999, la Regione Veneto ha stanziato 1.136.000 euro per un primo intervento, con risorse della Legge Speciale per Venezia. Ma l’iter di bonifica si è rivelato lungo, complesso, e rallentato da questioni amministrative, tecniche e legali.
Nel frattempo, l’Unione Europea di Giustizia ha avviato una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, che nel 2014 ha portato a una condanna con sanzioni fino a 42 milioni di euro a semestre, proprio a causa di 200 discariche abusive non bonificate, tra cui quella di via Teramo.
Nel 2017, il Consiglio dei Ministri ha nominato il generale Giuseppe Vadalà Commissario straordinario (oggi Commissario unico) per gestire l’adeguamento normativo delle discariche italiane coinvolte nella procedura europea. Per quanto riguarda via Teramo, il Commissario ha incaricato Veneto Acque, società in house della Regione, di eseguire indagini integrative, con l’obiettivo di circoscrivere meglio l’area su cui definire la tipologia di intervento. Nel novembre 2022, la Regione ha al commissario Vadalà la quota residua del finanziamento, pari a 922.542 euro.
A ottobre 2023 è stato quindi approvato il Progetto di bonifica con rimozione della sorgente primaria di contaminazione, e i lavori si sono conclusi ad aprile 2024, interessando circa 1.700 metri quadrati di areale. I rifiuti sono stati rimossi e smaltiti secondo i più alti standard ambientali, e le acque di falda contaminate sono state emunte e smaltite presso un idoneo impianto di trattamento.
A dicembre 2024, la discarica di via Teramo è ufficialmente uscita dalla procedura d’infrazione europea, e nel febbraio 2025 la Città metropolitana di Venezia ha validato la piena conformità degli interventi. Attualmente è in corso l’attività di monitoraggio delle acque di falda come prescritto dalla Città metropolitana in fase di certificazione.
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(BONIFICHE – LEGGE SPECIALE VENEZIA)