
(AVN) – Venezia, 11 novembre 2025
Si è riunito nel tardo pomeriggio di ieri il tavolo regionale di crisi relativo alla chiusura dello stabilimento Altuglas di Venezia – Porto Marghera. All’incontro, coordinato dall’Unità di Crisi aziendali di Veneto Lavoro, hanno partecipato il Comune di Venezia, la Direzione Lavoro regionale, i rappresentanti dell’azienda Altuglas e della capogruppo Trinseo, Confindustria Veneto Est, le organizzazioni sindacali Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil con i rappresentanti dei lavoratori.
La riunione ha avuto ad oggetto la chiusura programmata dello stabilimento di Porto Marghera (Venezia) in relazione alla situazione dei 50 lavoratori attualmente in organico e della procedura 234/2021 (cosiddetta legge antidelocalizzazione) che interessa anche altri 61 addetti dell’azienda impegnati nello stabilimento di Rho (MI) in attività complementari a quelle dell’impianto veneziano.
Nel corso dell’incontro la società ha presentato i dati relativi alle evoluzioni del mercato e all’assenza di possibili prospettive di ripresa, evidenziando gli elementi di insostenibilità delle attuali produzioni che hanno portato a ingenti perdite negli ultimi tre anni. L’azienda ha anche descritto le interlocuzioni con i competitor che avrebbero potenzialmente potuto manifestare interesse al subentro nelle attuali produzioni, registrando una totale chiusura a tale ipotesi, motivata dalla loro capacità produttiva in eccesso e dalle differenti tecnologie impiegate.
Il gruppo Trinseo rispetto all’ipotesi di riconversione delle produzioni si è espressa favorevolmente per lo stabilimento di Rho che sarà convertito dalla stessa Altuglas al riciclo di alcuni materiali. Al contrario, le analisi relative al sito di Porto Marghera hanno dato esito negativo. È stato dichiarato che, nel caso dell’impianto veneziano, una parziale riconversione del processo produttivo potrebbe realizzarsi soltanto con un investimento ingente che, però, non solo non potrebbe essere ripagato ma, a regime, andrebbe comunque a realizzare produzioni economicamente non sostenibili in termini economici e di mercato.
Le Parti sociali e istituzionali hanno insistito affinché nel Piano che l’azienda dovrà presentare entro i primi di dicembre per gestire gli effetti della chiusura sia inclusa anche l’attività di ricerca di possibili subentranti per produzioni differenti. Tale attività potrà prevedere la nomina di un advisor, la definizione di un pacchetto di attrattività per il compendio e la promozione presso soggetti potenzialmente interessati alla reindustrializzazione. L’azienda ha dichiarato la propria disponibilità condizionandola allo svolgimento delle attività di messa in sicurezza e svuotamento degli impianti, ritenute funzionali all’attuazione di quanto richiesto.
Il tavolo sarà riaggiornato in sede ministeriale per il confronto sul Piano elaborato dall’azienda.
(LAVORO)
