Diocesi di Vicenza Novembre 2016 – Anche il Seminario apre le porte all'accoglienza dei profughi per dare risposta all'emergenza continua

Da un lato un letto comodo e stanze riscaldate con una struttura adeguata per accogliere persone che hanno affrontato un viaggio di speranza rischiando la propria vita.

Dallaltro lato il freddo della stazione e la negazione della dignit. Tutto nella stessa citt: Vicenza.

Da un lato una ventina di posti messi a disposizione dalla Diocesi in quella che fino a poco tempo fa stata la Comunit Vocazionale del Mandorlo, in unala del Seminario di Borgo Santa Lucia. Sar un luogo di prima accoglienza capace di ospitare i richiedenti asilo allarrivo in citt quando ancora non sono state decise le loro destinazioni. I tempi certi non li sappiamo ancora e per la gestione diretta stiamo aspettando indicazioni, anche se in programma un sopralluogo della Croce Rossa – spiega Don Carlo Guidolin, rettore del Seminario Vescovile -. Ci che speriamo di poter dare il nostro contributo concreto, andando al di l della semplice struttura.

Dallaltro lato, per, c lantitesi di questa accoglienza toccando il punto pi basso finora della questione profughi nella provincia berica. Venerd 28 ottobre 18 richiedenti asilo sono stati lasciati per ore al freddo nella stazione dei treni di Vicenza ad aspettare che qualcuno aprisse la sala non riscaldata di un negozio sfitto dove passare la notte.
Il giorno dopo con altri 18 migranti si rischiato il bis: dopo ore su un pullman di fronte alla caserma Sasso, dove erano stati identificati, hanno trovato accoglienza provvisoria allistituto Baronio, presso lassociazione Mediterraneo. Alle spalle hanno un inferno: viaggi a rischio naufragio sui barconi, il salvataggio sulle navi militari, larrivo a Messina o Catania, e poi dopo poche ore il viaggio in pullman, lattraversamento notturno dellItalia e Vicenza, dove arrivano con addosso i vestiti leggeri che avevano sul barcone, le ciabatte ai piedi, nemmeno la possibilit di farsi una doccia o di lavarsi i denti.
Prima ancora hanno vissuto lunghe fughe dai loro paesi dorigine: Nigeria, Ghana, Bangladesh, Guinea, Mali e Ciad nel caso del primo gruppo; Bangladesh, Guinea, Gambia, Mali e Mauritania nel secondo.

Larrivo di barconi in prossimit delle coste siciliane favorito dalle buone condizioni meteo (ne sono arrivati di pi in ottobre che in luglio, contro i pronostici) ha esaurito i posti letto delle strutture convenzionate con la Prefettura di Vicenza, mandando in tilt il sistema dellaccoglienza. Sembra urgente la creazione di un hub, un centro di primo smistamento che funzioni da valvola di sfogo nei momenti di picco.
Il prefetto Eugenio Sold intendeva realizzarlo in un capannone sfitto della zona industriale di Dueville, che poteva contenere 100 profughi, ma il proprietario della strutttura ha fatto dietrofront negando la sua disponibilit. Nellultimo consiglio comunale lamministrazione, a prescidere dalla rinuncia del proprietario del capannone, si detta contraria e perplessa riguardo allidea che centinaia di esseri umani si trovino ammassati in strutture incapaci di offrire una risposta adeguata alle loro necessit, definendo il territorio gi saturo di richiedenti asilo e dicendosi favorevole solo a unacccoglienza diffusa e co – progettata. Insomma, il no al metodo. Toni molto diversi, invece, quelli dei comitati Prima Noi e Vicenza ai vicentini che soffiano sul fuoco e quelli della Lega Nord che promette di replicare il modello Goro – il paesino della provincia di Ferrara dove i cittadini hanno fatto le barricare contro larrivo di un pullman di donne che avevano attraversato il Mediterraneo su un barcone malmesso.

E intanto, anche in Prefettura il clima sempre pi teso: Sono stato abbandonato da tutti si sfogato Sold . Persino dai parroci, ai quali pure mi ero rivolto, ma che nella maggior parte dei casi ci hanno sbattuto la porta in faccia.
Il vescovo Beniamino Pizziol, sabato 29 di fronte alle due emergenze in due giorni, ha invece ribadito la linea dellaccoglienza e appoggiato il progetto di hub provinciale (sollecitato, fra gli altri, anche dal sindacato di polizia Siulp, che lamenta come limprovvisazione la paghino i dipendenti della questura in primis). Abbiamo bisogno di luoghi dove, quando lemergenza lo richiede, si possa accogliere quelli che arrivano, e da l distribuirli ha detto il vescovo . Cerchiamo di metterci tutti nella disponibilit. Don Milani diceva: uscire da un problema da soli egoismo, uscirne insieme la vera politica.

Giulio Todescan

Lorenza Zago

(Diocesi di Vicenza)

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