CORONAVIRUS. COLDIRETTI VENETO, SANZIONI A CHI CHIEDE L’INUTILE BOLLINO VIRUS FREE. CON LA CAMPAGNA SOCIAL #MANGIAITALIANO RIDARE FIDUCIA ALL’AGROALIMENTARE

CORONAVIRUS. COLDIRETTI VENETO, SANZIONI A CHI CHIEDE L’INUTILE BOLLINO VIRUS FREE. CON LA CAMPAGNA SOCIAL #MANGIAITALIANO RIDARE FIDUCIA ALL’AGROALIMENTARE

CORONAVIRUS. COLDIRETTI VENETO,  SANZIONI A CHI CHIEDE L’INUTILE BOLLINO VIRUS FREE

Lo prevede il decreto legge numero 9 del 2 marzo pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale.


4 marzo 2020 –  Ci sono sanzioni fino a 60 mila euro per chi chiede la certificazione “virus free” nei prodotti agroalimentari. E’ quanto sostiene Coldiretti Veneto in base all’articolo 33 del decreto legge 9 del 2 marzo, pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale. Il Governo risponde così alle richieste arrivate a molte aziende agricole di esibire una sorta di bollino di garanzia sulle produzioni.  Una pratica che ora viene bollata, giustamente, come sleale che inquina il mercato e mette in difficoltà un intero settore già alle prese con gli effetti negativi dell’emergenza coronavirus. Il decreto sancisce infatti che la subordinazione di acquisto di prodotti agroalimentari a certificazioni non obbligatorie riferite al Covid-19 rappresenta una modalità sleale ai sensi della Direttiva Ue 2019/633 e la punisce con una ammenda amministrativa e pecuniaria che va da 15mila a 60mila euro. Per Coldiretti Veneto si tratta di una prima iniziativa concreta a tutela del lavoro e dell’attività di centinaia di imprese agricole che oltre alla campagna social #MANGIAITALIANO incoraggia il presidio sulle irregolarità che arrecano danno alla reputazione del Made in Italy.

Coldiretti Veneto ricorda che le perdite calcolate fino ad ora si aggirano sui 50milioni di euro al mese. I numeri fanno riferimento  all’azzeramento della clientela negli agriturismi, cosi come registrato per le altre strutture ricettive e alla mancata fornitura di prodotti del territorio per la ristorazione, soggiorni, pernottamenti, campeggi e tutto quanto inerente all’indotto turistico regionale.

Per riprendere le attività servono misure che ridiano fiducia nei consumatori e tra i turisti. Intanto nelle stalle, nei mercati, in agriturismo ovunque, giovani, donne e operatori lanciano il messaggio con video e post per combattere la disinformazione, gli attacchi strumentali al patrimonio enogastronomico italiano. Produttori e consumatori scendono in facebook, twitter, instagram a colpi di #MANGIAITALIANO in risposta al disgustoso video francese sulla pizza italiana andato in onda su Canal plus ultimo esempio di comportamento di discredito insieme alla richieste assurde di autorizzazioni inutili sulle tipicità a kmzero.

(Coldiretti Rovigo)

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