Coronavirus, emergenza anche economica – Finco (LN): «Concediamo subito liquidità alle imprese e liberiamole dai vincoli della burocrazia»

Venezia, 1 aprile 2020 – «Il tempo di uscire di casa e di tornare alla vita di sempre non è ancora arrivato: tutti noi dobbiamo aspettare, per fare in modo che l’emergenza sanitaria si esaurisca nel più breve tempo possibile. Ma questo è il momento di prendere decisioni importanti e forti per le nostre imprese e i nostri lavoratori: le aziende, che al momento sono state messe “in congelatore”, stanno soffrendo in modo enorme. Non possiamo perdere altro tempo: dobbiamo agire il prima possibile per fare in modo che, al termine dell’emergenza, l’economia veneta e italiana siano pronte a fare un balzo in avanti. Il fattore tempo è essenziale: alle nostre imprese deve essere messo a disposizione un fondo che, il più velocemente possibile, conceda loro liquidità. Un fondo che però sia liberato dalle assurde regole della burocrazia italiana: siamo in guerra, e nei periodi di guerra non possiamo permetterci di rispettare la logica senza senso dei mille cavilli e passaggi formali». A dirlo è Nicola Finco, capogruppo in Consiglio regionale del Veneto della Lega.

«L’ha ribadito ieri anche il presidente Luca Zaia – continua Finco -: a fronte di una Germania che annuncia, attraverso il Kfw (l’Istituto di credito per la ricostruzione), un’iniezione di oltre 500 miliardi di euro a favore delle proprie imprese, l’Italia non può farsi trovare menomata, forte di poche briciole concesse dal governo e dall’Europa alle nostre attività. Non lo diciamo con fare polemico, bensì con spirito costruttivo. In Italia esiste già un istituto paragonabile al Kfw tedesco: è Cassa Depositi e Prestiti. Come ha suggerito una voce autorevole quale quella di Mario Draghi, l’Italia dovrebbe prendere spunto da quello che succede in Germania e, attraverso le banche, iniettare liquidità da Cdp direttamente nei conti correnti delle imprese. A garanzia del 90% del prestito, ci sarebbe lo Stato, mentre le aziende si impegnerebbero a restituire il credito ricevuto nell’arco di 10 anni. Misure straordinarie, ovvio, che si adattano ai tempi straordinari che stiamo vivendo. Pensiamo al fondo ideato dal Credit Suisse per le aziende: compilando un modulo via internet, le aziende che rispettano precisi criteri possono ottenere in tempi brevissimi fino a 500mila marchi, da restituire poi nel giro di 5 anni. Non significa che, compilando un semplice foglio, la Svizzera regala soldi ai propri cittadini, ma che le procedure per ottenere credito sono immediate e accessibili. Ed è questo che, oggi più che mai, conta: non possiamo portare avanti politiche ordinarie. Non possiamo aspettare la pubblicazione di un bando dopo l’altro, pieno di cavilli e note scritte in piccolo degne del più scaltro Azzeccagarbugli. Diamo una sfoltita alla burocrazia e aiutiamo subito le nostre imprese così in sofferenza. Così come si è nominato un commissario straordinario per fronteggiare l’emergenza sanitaria, nominiamo anche una figura che faccia fronte all’emergenza economica e che aiuti l’economia italiana in modo celere e concreto. Se non lo facciamo subito, rischiamo di non avere più la forza per alzare la testa».

(Lega Nord)

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