FASE 2. COLDIRETTI, LA CAMPAGNA E’ COVID FREE. IL VENETO PIACE AI TEDESCHI MA ANCHE AGLI AUSTRIACI

FASE 2. COLDIRETTI, LA CAMPAGNA E’ COVID FREE. IL VENETO PIACE AI TEDESCHI MA ANCHE AGLI AUSTRIACI

FASE 2. COLDIRETTI, LA CAMPAGNA E’ COVID FREE. IL VENETO PIACE AI TEDESCHI MA ANCHE AGLI AUSTRIACI

28 maggio 2020 – Secondo i dati dell’osservatorio regionale del turismo nel 2019 sono arrivati in veneto 923 mila austriaci: dopo quella tedesca, con quasi 3 milioni di ingressi, è la nazionalità più presente su territorio regionale. Lo sostiene Coldiretti Veneto sottolineando preoccupazione per le affermazioni rilasciate dal Governo di Vienna che giudica l’Italia un focolaio Covid-19. Sono le spiagge, le località balnerari ad attrarre gli austriaci che non disdicono le sponde del Lago di Garda e neppure i centri storici e le città d’arte. A livello nazionale i numeri parlano di 3,5 milioni i cittadini austriaci hanno viaggiato durante l’estate in Italia ai quali si aggiungono 7 milioni di tedeschi che rappresentano la comunità di turisti stranieri piu’ numerosa nel Belpaese. L’azzeramento della spesa turistica ha avuto un impatto economico devastante che incide sul Made in Italy, vero valore aggiungo della vacanza in Italia. Nella regione dei primati con 18 denominazioni di origine protette (DOP), 18 indicazioni geografiche protette (IGP) innumerevoli specialità tradizionali garantite (STG), cui si aggiungono 14 denominazioni di origine controllata e garantita (DOCG), 28 denominazioni di origine controllata (DOC) e 10 indicazioni geografiche tipiche (IGT) che concorrono ad un fatturato del settore agroalimentare pari a 5,7 miliardi, il cibo – continua la Coldiretti Veneto – è diventato uno dei motivi che fa la differenza pe trascorrere un soggiorno in montagna, sui colli, al mare ma soprattutto in campagna dove oltre mille agriturismi veneti sono pronti ad accogliere famiglie italiane e non in strutture isolate con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto. Sono  – sottolinea la Coldiretti – i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche. Non è un caso che – conclude la Coldiretti – delle 43.399 denunce di infortunio da Covid-19 al lavoro registrate dall’Inail appena lo 0,06% riguarda l’agricoltura dove nelle 730mila imprese italiane non si è peraltro mai smesso di lavorare per garantire le forniture alimentari alla popolazione, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base delle denunce complessive di infortunio pervenute all’Inail tra fine febbraio e il 15 maggio 2020.​

(Coldiretti Vicenza)

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