Vescovi Nordest: gioia e maturità alla ripresa delle Messe, la “prossimità” delle comunità nella fase di ripartenza, il rilancio della dottrina sociale della Chiesa

Zelarino (Venezia), 26 maggio 2020

Nuovo incontro in videoconferenza, oggi pomeriggio, per i Vescovi della Conferenza Episcopale Triveneto (v. foto in allegato): nella prima parte dei lavori vi è stato uno scambio di riflessioni, considerazioni e prime verifiche sulla ripresa delle celebrazioni eucaristiche aperte ai fedeli (secondo le disposizioni del protocollo CEI-Governo del 7 maggio 2020).

Dai riscontri emersi l’andamento generale – soprattutto nella prima domenica di “ripresa” delle Messe – è stato contraddistinto nel territorio del Nordest da gioia, serenità e ordine dando così prova di effettiva maturità e responsabilità da parte di tutti. Non sono state segnalate tensioni né si sono verificati specifici problemi di affollamento; molto rari i casi in cui sono arrivate più persone rispetto alla capienza massima disponibile. La presenza complessiva dei fedeli alle Messe è risultata inferiore alla norma del periodo; si è notata, tra l’altro, l’assenza di molti bambini oltreché di famiglie e parecchi anziani, mentre hanno registrato una buona partecipazione alcune Messe che si sono potute celebrare all’aperto.

Con l’intervento di Paolo Valente, responsabile della delegazione Caritas del Nordest, i Vescovi hanno poi fatto il punto su attività ed iniziative poste in essere nel Triveneto in questo periodo di pandemia. Soprattutto nella fase 1 del “lockdown”, le Caritas e le comunità cristiane si sono necessariamente concentrate su alcuni aspetti d’intervento o assistenza (come la distribuzione di cibo) e su specifiche tipologie di persone da seguire come i “senza fissa dimora” (con attenzione, perciò, a modalità e più prolungati tempi di permanenza nelle strutture di accoglienza) e le persone anziane (specialmente quelle rimaste sole a casa); è emerso anche un diffuso bisogno di sostegno psicologico, soprattutto in un quadro di incertezza e solitudine generale sempre più manifeste. Se la pandemia ha obbligatoriamente “fermato” e tenuto a casa (per motivi d’età) molti volontari anziani, va rilevato che si sono fatti avanti anche giovani nuovi volontari (non solo legati a parrocchie ed associazioni ecclesiali) per supportare i servizi caritativi ed assistenziali.

Nell’attuale fase 2, e in quelle successive, l’attenzione delle Caritas e delle comunità cristiane si sta spostando, evidentemente, anche e soprattutto su fondi e specifiche forme di sostegno socioeconomico a persone, famiglie e piccole imprese nonché ad accompagnare adeguatamente chi è alla ricerca di casa o lavoro. Emerge, in queste fasi, il ruolo fondamentale delle parrocchie e delle comunità locali quali primaria risorsa capace di fare “rete”, di offrire ascolto e relazioni e di animare il territorio, spesso agendo anche come prezioso anello di collegamento tra le diverse realtà che vi operano.

Si è ravvisata l’importanza, come Chiese, di saper esprimere riflessioni e risposte comunitarie ai problemi di marginalità sociale e al bisogno di essere realmente “prossimi” in un tempo di distanziamenti oltreché di gravi incertezze sul futuro sociale ed economico, sul campo del lavoro e sulle priorità da avere in questo tempo. Sono perciò da riscoprire e riprendere i principi fondamentali della dottrina sociale della Chiesa – la persona, il bene comune, la solidarietà e la sussidiarietà, la destinazione universale dei beni, l’opzione preferenziale per i poveri ecc. – tutti da rileggere insieme alla luce dell’odierna situazione.

I Vescovi del Triveneto hanno voluto esprimere una parola di sentito ringraziamento ed incoraggiamento a tutti gli operatori e volontari delle Caritas e delle realtà caritative ed assistenziali della regione per lo straordinario contributo svolto, con impegno e dedizione, e che stanno tuttora portando avanti in questi mesi difficili.

Nel corso della riunione di oggi, inoltre, i Vescovi hanno incontrato – sempre con la modalità della videoconferenza – i rappresentanti regionali dell’Uneba del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia (organizzazione di categoria del settore socio-sanitario, educativo ed assistenziale che raccoglie molte realtà non-profit perlopiù di radice e ispirazione cristiana) affrontando così problemi e prospettive della sanità e delle istituzioni socio-sanitarie in questi territori e manifestando partecipazione alle preoccupazioni ed esigenze espresse (su cura e dignità delle persone, tutela e formazione dei lavoratori impegnati nel settore, rilancio e sostegno delle attività di dette istituzioni socio-sanitarie ecc.) in conseguenza dell’attuale pandemia Covid-19.

(Diocesi di Venezia)

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