Ambiente – Zanoni (PD): “Allagamenti nel Trevigiano: stop a consumo di suolo e cementificazione. Bisogna bloccare il modello ‘Veneto betoniera veloce’ voluto dalla Lega”
(Arv) Venezia 9 giu. 2020 – “Siamo di fronte all’ennesimo disastro annunciato. Purtroppo in Veneto e nella Marca l’eccezionalità degli eventi atmosferici è diventata la norma. Eppure c’è chi insiste nel negare la stretta connessione con i cambiamenti climatici. Si continua a consumare suolo, cementificare, disboscare e chiudere i fossi; poi la natura presenta il conto. Conto che dovrebbero pagare i responsabili di queste politiche scellerate, non i cittadini a cui va tutta la mia solidarietà”. Così Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico e vicepresidente della commissione Ambiente, commenta l’ondata di maltempo che ha investito la provincia di Treviso, dall’esondazione del torrente Avenale a Castelfranco, fino agli allagamenti a Montebelluna.
“Serve una manutenzione corretta e tempestiva di fossi, canali e corsi d’acqua per contrastare le precipitazioni improvvise e abbondanti, conseguenza dei cambiamenti climatici. Al contrario – spiega il consigliere – in campagna vengono chiusi i fossi, si persiste nel consumare suolo impermeabilizzandolo con cemento e asfalto e a disboscare, due pratiche, che in Veneto stanno galoppando come da nessuna altra parte in Italia. Ce lo ricordano anche i dati dell’Ispra, Istituto superiore protezione e ricerca ambientale: siamo la prima Regione da due anni per incremento di consumo di suolo, un record di cui andare poco fieri”.
“Condivido l’analisi risultata a Montebelluna, dove si parla di un’alluvione edilizia che ha stravolto molti equilibri. Bisogna però essere onesti e elencare anche le responsabilità, prima fra tutte quella della Regione Veneto che non ha mai affrontato il problema, anzi lo ha aggravato con il Piano casa e capannoni ‘Veneto 2050’, con la legge sul consumo del suolo, una legge fake, viste le infinite deroghe, con una politica agricola che ha portato i privati ad interrare scoli e fossi per far spazio all’ennesimo filare di prosecco. È indispensabile un cambio di rotta rispetto a quanto fatto negli ultimi vent’anni, al contrario la Lega giovedì scorso ha presentato un progetto di legge, il n. 513 ‘Veneto Cantiere Veloce’, che massacra gli ultimi vincoli e procedure urbanistiche per far diventare il ‘Veneto una betoniera veloce’. L’opposto di quello che servirebbe”.
“Progetti come il maxi polo logistico da 500mila metri quadri a Casale sul Sile o del Terraglio Est, per fare due esempi, andrebbero bloccati. Bloccando quest’ultimo potremmo recuperare i 20 milioni di fondi pubblici utili per realizzare il rifacimento e le manutenzioni dell’attuale rete idraulica ed eviteremo di aggravare lo stato di cementificazione concausa degli attuali disastri. È evidente – sottolinea il consigliere – che Lega e la Giunta Zaia hanno altre priorità: il Veneto è infatti in ritardo su molti degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu sullo Sviluppo sostenibile, a partire dalla ‘Lotta contro il cambiamento climatico’ che non è stato neanche classificato nell’ultima rendicontazione regionale per mancanza di dati”.
“Tanta indifferenza però non è a costo zero. Sono vicino, a chi sta subendo danni nelle proprie case, nelle proprie aziende, nei negozi, nei raccolti e ci attiveremo in ogni sede affinché arrivino i fondi necessari. Il conto però lo dovrebbero pagare i veri responsabili, quelli che negano i cambiamenti climatici e legiferano contro l’ambiente”, conclude Andrea Zanoni.
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