Caldo, nelle stalle produzione in calo del 10 per cento per lo stress da afa

Nell’Alta Padovana produzione in calo, gli allevatori corrono ai ripari con ventilatori e docce per il benessere animale, costi in aumento per le aziende dopo emergenza Covid

31 luglio 2020 – Fa caldo negli allevamenti e le mucche sotto stress producono meno latte. I computer che ormai fanno parte del lavoro quotidiano nelle stalle padovane lo segnano da giorni: è evidente il calo di produzione di latte intorno ad una media del -10%, se non quando del 15%, a causa del caldo che ha raggiunto temperature di oltre 35 gradi nell’ultimo periodo, con un’afa sempre più opprimente. Lo segnala Coldiretti Padova che sta monitorando la situazione grazie all’alta automazione adottata dagli allevatori che in tempo reale rivelano l’andamento quotidiano delle mungiture. Oltre agli uomini a soffrire l’afa sono anche gli animali nelle case e nelle fattorie dove le vacche per lo stress manifestano una riduzione di latte prodotto. L’innalzamento della colonnina di mercurio preoccupa gli imprenditori zootecnici dell’alta padovana dove si concentrano gli allevamenti che danno la materia prima per i formaggi Dop, dal Grana Padano, all’Asiago e al Montasio.

“Nella nostra provincia, – spiega Massimo Bressan Presidente di Coldiretti Padova, dagli allevamenti dell’Alta Padova, in particolar modo, escono oltre due milioni di ettolitri di latte fresco l’anno destinati ad essere trasformati in larga parte in formaggi a marchio di qualità. Sono almeno 135 mila le forme di Grana Padano prodotte nella nostra provincia mentre si attestano a 70 mila quelle di Asiago. Il giro d’affari complessivo del settore lattiero caseario della nostra provincia supera gli 88 milioni di euro e conta circa 500 aziende. In questi giorni di gran caldo la quantità di latte che esce dalle stalle sta via via scendendo, con un calo produttivo che si attesta fra il 10 e il 15 per cento mentre i costi aziendali aumentano per garantire il benessere degli animali stressati dall’afa. Nei mesi scorsi, in piena pandemia, gli allevamenti hanno dovuto affrontare gli effetti delle speculazioni sul prezzo del latte e la contrazione dovuta alla chiusura del canale Ho.re.ca., dalla ristorazione agli alberghi. A questo si aggiungono le tensioni con gli Usa per la guerra dei dazi che coinvolge proprio i formaggi Dop come il Grana Padano e l’Asiago. Siamo impegnati su più fronti per garantire la giusta remunerazione ai nostri allevatori”.

Tornando al caldo, se per gli animali domestici è importante garantire sempre l’acqua e fare in modo che stiano sempre al riparo dal sole e in luoghi ben areati, per le mucche – sottolinea la Coldiretti – il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, oltre questo limite gli animali mangiano poco, bevono molto e producono meno latte. In compenso gli abbeveratoi lavorano a pieno ritmo, visto che ogni singolo animale arriva a bere con le alte temperature di questi giorni fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 dei periodi più freschi, ricorda Coldiretti Padova. Ed è quanto sta succedendo in questi giorni in tutta la provincia, con ripercussioni evidenti sulle consegne di latte.

 In soccorso – rileva la Coldiretti di Padova  – sono già scattate le contromisure per il benessere: dalle docce refrigeranti ai ventilatori fino agli abbeveratoi  a pieno ritmo perché ogni singolo capo è arrivato a bere fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 dei periodi meno caldi. Tutti gli interventi a supporto, rappresentano un aumento dei costi legati ai maggiori consumi di acqua ed energia che le aziende devono sostenere per tutelare i bovini nell’assedio del caldo.

(Coldiretti Rovigo)

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