Il Vescovo al santuario della Crocetta: “Chiediamo a Maria che interceda presso il Padre per il dono di una fede semplice e decisa. Come la sua”

“Alle origini del santuario della Crocetta, a Castello di Godego, vi è un bisogno della vita quotidiana, l’affidamento a Maria, l’aiuto prestato, la richiesta di una devozione al centro della quale c’è la croce”. Lo ha fatto notare il vescovo, mons. Michele Tomasi, ai numerosi fedeli riuniti all’esterno del santuario per la messa di giovedì 2 luglio in occasione del seicentesimo anniversario dell’apparizione. Un appuntamento rinviato a causa delle restrizioni dovute alla pandemia.

“L’obbedienza alla Parola, senza condizioni, è quanto Maria santissima ci consegna come compito, per poter fare poi esperienza dell’agire trasformante di Dio nella nostra vita – ha ricordato il Vescovo -. Chi vuole salvare la propria vita la perderà, ci dirà ancora il Signore Gesù. Tutto quello che vorremo tenere per noi per paura che si consumi, per paura in fondo di perdere la nostra esistenza non potrà dare il frutto che Dio aveva pensato avesse, nell’atto di donarcelo. Ci possiamo fidare in questo modo? Tutta la vicenda di Maria sta là a dirci che, forse, non possiamo fare altrimenti, se vogliamo avere la vita, e la vita in pienezza”.
“Lasciamoci toccare con semplicità e profondità da questa vicenda. Anche nella nostra vita ci può essere una festa che non riesce a decollare, come a Cana di Galilea”. Ci potranno essere “problemi anche gravi di carattere economico, in questo tempo strano in cui l’incertezza per il futuro è diventata la nota dominante – ha sottolineato il Vescovo -. Ci sono tutti i problemi e le fatiche di questo nostro tempo, le malattie, le solitudini, le esclusioni, gli smarrimenti. C’è una richiesta fiduciosa e devota a Maria, madre di Dio, madre della Chiesa. E c’è la sua risposta, la sua proposta, il suo mandato a noi tutti: “Fate come vi dirà”. Anche a noi oggi, Maria indica, Maria consegna la Croce del Figlio. Non tanto, non soltanto questa, di legno, ma piuttosto la Croce del Figlio che è il segno supremo e insuperabile dell’Amore, del dono di sé di Dio a ciascuno di noi, all’umanità intera. Ed Ella ci mostra, assieme a Gesù, anche la nostra personale Croce da portare: le fatiche, cioè, che derivano dal nostro essere cristiani, fedeli annunciatori del Vangelo di Cristo, nelle parole, ma soprattutto nelle opere, nella vita. Chiediamo a Maria Santissima che interceda presso il Padre per il dono della fiducia nella Parola di Dio, il dono della fiducia reciproca. Il dono della fede. Semplice e decisa, senza condizioni. Come la sua”.

“Rimarrà impressa nei nostri occhi e nel nostro cuore la serata del 2 luglio – scrive sul foglietto parrocchiale il parroco don Gerardo Giacometti -; la celebrazione è stata un momento di grande intensità spirituale accesa dalla presenza lieta del Vescovo e dalle sue parole, dai numerosi sacerdoti, dalla presenza di quasi novecento persone”. Nell’occasione è stato posto anche un importate segno di carità verso suor Fabiola Compostella e a sostegno della sua missione in Romania.

(Le foto di Barbara Businaro sono tratte dalla pagina facebook di don Gerardo Giacometti)

(Diocesi di Treviso)

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