Fondi europei e ingiustizie: con Recovery Fund progetti strategici

“Una occasione per superare lo storico squilibrio nei fondi europei assegnati al settore primario con l’Italia che è superata da Francia, Germania e Spagna, nonostante sia il primo Paese europeo per valore aggiunto, numero di imprese agricole e qualità delle produzioni con 305 specialità a denominazione di origine riconosciute a livello comunitario e il primato nelle aziende biologiche. È quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel commentare l’elaborazione dei dati della direzione generale bilancio della Commissione europea dalla quale emerge che tra il 2021 e il 2027 l’Italia avrà a disposizione circa 38,7 miliardi di fondi europei per finanziare le sue politiche agricole. Di questi, 25,4 miliardi per i pagamenti diretti, 10,7 per lo sviluppo rurale (9,8 miliardi dal bilancio e 925 milioni dal Recovery Fund che la Coldiretti chiede di rendere disponibili già nel 2021), 2,3 miliardi per i programmi vino, 242 per l’olio d’oliva e 36 milioni per il miele. “Per superare il gap competitivo nei confronti degli altri Paesi l’agroalimentare va incluso nei progetti strategici da realizzare con le risorse del Recovery Fund” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare “la necessità di superare i limiti alla capacità di investimento nel comparto agricolo ed alimentare”. Il Recovery Fund – sostiene Prandini – è importante per recuperare i ritardi accumulati nelle infrastrutture, dai trasporti alla logistica fino alle energie rinnovabili, che penalizza le produzioni agroalimentari nazionali rispetto ai concorrenti. E poi spazio all’internazionalizzazione, agli investimenti in nuovi mercati, ma senza trascurare quelli consolidati come gli Stati Uniti che – conclude Prandini – rappresenta un partner centrale per l’agroalimentare Made in Italy.

(Coldiretti Treviso)

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