LA MAZZATA PER LA FILIERA DELLA MEETING INDUSTRY VENETA

Se il Turismo Veneto rappresenta più del 15% del PIL quello relativo al turismo congressuale è quello che sicuramente ha subito uno dei colpi più devastanti e con il DPCM 18 ottobre, che prevede la sospensione di ogni iniziativa congressuale, convegnistica e di eventi, rappresenta la mazzata finale.

Non nasconde la propria amarezza e preoccupazione il Presidente di Assoturismo Veneto Francesco Mattiazzo “ come si autorizzano le fiere a valenza nazionale si potevano autorizzare anche i congressi con le stesse caratteristiche. Non capisco perché se le fiere possono garantire la sicurezza sanitaria dei visitatori lo stesso non si possa fare anche per i congressi”.

La sospensione di tutte le attività convegnistiche o congressuali fino al 13 novembre metterà in ginocchio tutte le attività collegate al turismo congressuale, soprattutto nella nostra Regione dove le attività coordinate nei vari Convention Bureau stavano riprendendo a respirare dopo un pesante periodo di profonda apnea.

“Ho l’impressione, continua Mattiazzo, che non ci sia consapevolezza di quello che le nostre imprese danno: occupazione a tantissimi lavoratori nelle attività ricettive, (alberghiere e extralberghiere), organizzatori congressuali, allestitori, tecnici, nei trasporti negli interpreti, nelle guide turistiche nei trasporti solo per citarne alcuni spesso- invisibili.”

Secondo i principali osservatori turistici il turista congressuale arriva ad una spesa giornaliera che è da 5 a 10 volte maggiore di quella di un turista normale. Nel Veneto si calcola che il valore del solo turismo congressuale sia attorno al 5% del totale con una ricaduta nel territorio che supera i 3 miliardi. Da Marzo nel solo Veneto stiamo perdendo oltre 100 milioni al mese.

L’allarme Covid 19 non può farci rinunciare ad un mercato importante come quello del turismo congressuale. La stessa ENIT ha investito il 20% delle proprie iniziative per promuovere la meeting industry italiana ben consapevole delle ricadute che le organizzazioni congressuale hanno in tutte le strutture turistiche del territorio e nella valorizzazione del turismo nelle città d’arte. Grande risorsa proprio per il nostro Veneto.

“Certo, siamo consapevoli dell’emergenza sanitaria e della necessità di adottare tutte le misure utili per la tutela della salute pubblica e come organizzatori di congressi siamo pronti ad attuarle (come fatto anche in questi ultimi mesi), ma non possiamo accettare ancora una volta un intervento di totale chiusura senza nessuna possibilità di rispondere al problema della sicurezza sanitaria adottando tutte le misure necessarie”.

Assoturismo Veneto ribadisce come il problema della sicurezza sanitaria non si può risolvere con interventi generalizzati ma bensì con l’adozione obbligatoria di norme ed interventi a tutela della salute dei cittadini.

Ho interessato il riconfermato assessore regionale Federico Caner, chiude il Presidente Mattiazzo, proprio per sottolineare la gravità della situazione e la necessità di interventi immediati da un lato per ripristinare alcune iniziative in totale sicurezza sanitaria dall’altro per una iniziativa comune che sensibilizzi il governo ad adottare immediatamente misure in grado di tutelare il settore della meeting industry.

Ricordo che la cancellazione di eventi e congressi significa arrecare un danno economico non solo alle imprese direttamente coinvolte nella loro organizzazione ma anche ai territori che li ospitano per l’indotto generato, si pensi che nel 2018 si sono tenuti nella nostra Regione oltre 11mila eventi (congressi, convegni, iniziative) con un indotto stimato in oltre 5 miliardi.

(Confesercenti Veneto Centrale)

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