Comunicato stampa: inaugurazione mostra “Analogie” di Giorgio Vigna agli Eremitani

Un rapporto sottile, ma al contempo evidente, unisce il reperto archeologico all’opera d’arte. Gli oggetti antichi e le opere di Giorgio Vigna si incontrano negli spazi del Museo Archeologico al Museo Eremitani e raccontano storie diverse, che qui si mettono a confronto. O meglio, si pongono in posizione dialogica. Oggi questi reperti possono forse essere guardati con altri occhi grazie al loro nuovo modo di porsi accanto alle opere preziose di Giorgio Vigna. Mondi diversi che vengono in contatto e che rivelano sorprendenti analogie nella forma, nel significato, nelle implicazioni simboliche. Questi stessi materiali nelle mani dell’artista Vigna hanno assunto forme straordinarie, libere dagli schemi del tempo divenendo ora Cosmografie, ora Sassi di Fuoco, ora Sassi d’Acqua, ora Acque Astrali. Piccoli inserti di metalli preziosi nel vetro trasparente evocano provenienze da altri mondi, dal cosmo, dalle stelle. Il lavoro di Vigna si dispiega di fronte a Reperti, il cumulo di eterogenei manufatti risalenti a epoche diverse della sua carriera, testimoni di tappe diverse della sua ricerca La presenza di queste opere tra i reperti vuole attirare l’attenzione del visitatore e provocare un diverso modo di guardare. La durezza della pietra, la trasparenza del vetro, l’evocazione dell’acqua e del fuoco: significati che si rincorrono, di volta in volta da cercare, da scoprire. Opere d’arte e reperti archeologici sono così intrecciati in un reciproco darsi vita.

La mostra, a cura di Francesca Veronese e Stefano Annibaletto, è realizzata con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.

“L’Arte ha il meraviglioso compito di creare legami fra il passato e il futuro attraverso la lettura della sua storia, che non è altro che la storia dell’ingegno umano, capace di creare oggetti atti alla sua sopravvivenza e, al tempo stesso, di dare espressione alla capacità dell’uomo di astrarsi dal qui ed ora – commenta Andrea Colasio, assessore alla cultura del Comune di Padova – Analogie pone questo legame sotto una nuova luce, contaminando i segni del passato del territorio con il presente della ricerca artistica di livello internazionale. È molto importante che questo avvenga nel nostro Museo, perché dà corpo alla visione che sta nel tempo maturando rispetto alla funzione della Cultura nella nostra città: creare prossimità fra il Museo e i suoi visitatori, avvicinare le esperienze di ciascuno alla narrazione della storia, coltivare il valore della ricchezza culturale della città di Padova attraverso linguaggi diversi”. 

“Il Museo ha, certo, la funzione primaria di conservare il patrimonio in esso racchiuso per consegnarlo alle generazioni future, ma ha anche il compito di valorizzarlo e renderlo vivo – spiega Francesca Veronese, direttore dei Musei Civici di Padova – Solo facendone comprendere la storia, la funzione, il valore, i reperti custoditi nelle vetrine possono parlare al visitatore e trasmettere emozioni, suggerendo aspetti della vita di chi ci ha preceduto. L’incontro con l’arte contemporanea, e nello specifico con le opere uniche di Giorgio Vigna, suggerisce inedite e intriganti chiavi di lettura”. 

“Il cerchio, le sue curve liquide e mosse si ripetono nell’arte di Giorgio Vigna che continua a sperimentare inedite inclusioni di metalli in masse di cristallo: gocce d’argento, fili e frammenti di rame, in un processo alchemico in cui è proiettato un progetto artistico e tecnico di straordinaria complessità, libero dagli schemi del tempo – aggiunge Stefano Annibaletto, co-curatore della mostra – Nella tridimensionalità, acquisendo volume, il cerchio si svolge nella forma sferica, che è ciottolo, goccia, uovo, finanche utero, nella sua accezione più fertile e generativa”.

(Comune di Padova)

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