“Oltre le sbarre”: consegnati dal Vescovo ai detenuti i diplomi ottenuti grazie al Cfp di Fonte e alla cooperativa Alternativa Ambiente

Cerimonia di consegna degli attestati di fine corso giovedì primo giugno nella casa circondariale di Treviso nell’ambito del progetto “Oltre le sbarre” realizzato con il coordinamento della Fondazione Opera Monte Grappa e diverse realtà del territorio. Due i corsi svolti, di saldatura e informatica, che hanno coinvolto quattordici persone selezionate dagli educatori e che si sono svolti nel polo occupazionale della cooperativa “Alternativa Ambiente”. Una iniziativa di formazione che aiuta a ritessere i legami tra persone e territorio come ha sottolineato il Vescovo consegnando i diplomi ai detenuti e ringraziando per l’impegno tutte le realtà che hanno partecipato al progetto: “Un segno rilevante – ha detto tra l’altro – di quello che dovremo fare nella nostra società”.

La Scuola Professionale di Fonte della Fondazione Opera Monte Grappa ha messo a disposizione docenti, computer e saldatrici. L’iniziativa ha visto il coordinamento della Fondazione con la collaborazione di Caritas di Treviso, Vicariato di Asolo, Fondazione Erasmo Pilla Onlus e Alternativa Ambiente cooperativa sociale con il sostegno economico della BCC Pordenonese e Monsile. Presenti alla cerimonia oltre al vescovo Tomasi, Alberto Quagliotto, direttore della Casa Circondariale Treviso, don Paolo Magoga, presidente della Fondazione Opera Monte Grappa, Marco Toffoli, presidente Alternativa Ambiente cooperativa sociale, don Piero Zardo, cappellano della Casa Circondariale Treviso, Alessandro Darsiè, vicedirettore generale Bcc Pordenonese e Monsile, Antonio Zamberlan, consigliere Bcc Pordenonese e Monsile, Emanuele Storgato, referente filiale di Carbonera Bcc Pordenonese e Monsile, Elisabetta Emiliani, docente del corso di informatica ed Isabella Pagliuca, educatrice.

«Il progetto Oltre le Sbarre», spiega don Paolo Magoga, presidente della Fondazione Opera Monte Grappa «nasce da un incontro del 2019 tra sacerdoti del vicariato di Asolo, il cappellano del carcere, don Piero Zardo, e il direttore dello stesso, Alberto Quagliotto. Incontro dal quale è nato il desiderio comune di realizzare insieme alcune iniziative concrete come questi corsi professionali. Inoltre, dialogando con volontari Caritas e sacerdoti è emersa la possibilità di realizzare altre iniziative. Come, ad esempio, creare in Vicariato un ambiente per l’accoglienza dei detenuti che usufruiscono di brevi permessi premio, così da poter incontrare amici e familiari. Una progettualità comune che è quindi appena cominciata, e che anche già offerto la possibilità ad alcuni detenuti di partecipare ad una mostra d’arte solidale allestita durante il periodo pasquale nella Scuola Professionale di Fonte, accanto alle opere di scultori e pittori del territorio».  Le opere sono ora parzialmente esposte nel corridoio della casa circondariale: un tocco d’arte e di colore tra uffici e parlatori, ma anche un riconoscimento agli autori che le hanno realizzate nell’ambito dei percorsi educativi realizzati dal carcere stesso.

«Dal 1990 realizziamo con la Casa Circondariale di Treviso progetti volti a creare opportunità di lavoro e di socialità per i detenuti», spiega Marco Toffoli, presidente di Alternativa Ambiente. «Questa nostra lunga esperienza, che ci ha anche portato ad allestire un vero e proprio polo occupazionale per i detenuti, dove sono regolarmente assunti e lavorano per importanti aziende del territorio che ci affidano le loro commesse di montaggi e assemblaggi anche complessi. Ed anche a ritenere che ogni esperienza professionalizzante sia fondamentale per evitare la ricaduta nella criminalità di chi esce dal carcere. Non potevamo, quindi, che accogliere con entusiasmo l’invito a selezionare, assieme agli educatori del carcere, i detenuti idonei a frequentare questi corsi e a creare le condizioni per farli partire velocemente nei locali già adibiti ai laboratori gestiti da Alternativa Ambiente. Grazie ad un’esperienza carceraria non solo punitiva ma anche formativa, numerosi ex detenuti lavorano quotidianamente nella nostra cooperativa lontani dalle devianze, trovando spesso anche accoglienza nella nostra Casa-Famiglia di Lancenigo per muovere i primi passi della loro nuova vita dopo la detenzione».

Il Sindaco di Treviso, Mario Conte, che non ha potuto partecipare alla piccola cerimonia, ha voluto essere presente con un messaggio in cui afferma che “iniziative come queste contribuiscono in maniera incisiva alla valorizzazione della dignità della persona e al percorso di reintegrazione sociale, fondamentali per chi si trova a scontare una pena in carcere. Formazione, partecipazione e lavoro non rappresentano soltanto aspetti del vivere quotidiano ma veri e propri valori a cui ispirarsi per trovare, e talvolta ritrovare, un riferimento per affrontare il presente e il futuro”.

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(Diocesi di Treviso)

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