Veglia di Pentecoste: in cattedrale segni e testimonianze dell’opera dello Spirito Santo

Sabato 27 maggio in cattedrale si è celebrata la veglia di preghiera in attesa della festa di Pentecoste presieduta dal vescovo Michele e preparata come di consueto dalla Consulta delle aggregazioni laicali.
Particolarmente toccante è stato il momento iniziale in cui il Vescovo ha tracciato un segno di croce sulla fronte di alcuni rappresentanti dei movimenti pronunciando la frase: “Il Signore apra le vostre menti alla comprensione delle Scritture, e il vostro cuore arda in voi per narrare con gioia le sue opere”. Poi, sulle parole del canto “Parla al mio cuore”, tutta l’assemblea si è recata a sua volta ad accogliere il segno di croce da coloro che lo avevano ricevuto dal Vescovo.
Questo segno ha voluto richiamare proprio il titolo della veglia “Effatà – Apriti all’ascolto”, scelto per riprendere anche i temi del Cammino sinodale: siamo chiamati ad ascoltare la voce dello Spirito Santo che parla all’uomo dentro le esperienze della vita nella storia di ciascuno.
Le testimonianze molto intense di Lucia, dei coniugi Giancarlo e Cristina, e di Paola, hanno infatti messo in luce come è possibile oggi riconoscere che lo Spirito parla, talvolta sorprendendoci e in maniera inaspettata, anche nella nostra vita lavorativa, familiare e nel luogo della sofferenza. “Dio non ti delude mai quando ti fidi di Lui e gli affidi le difficoltà che ti angosciano, cui dovresti dedicarti nell’immediato, ma che abbandoni per amare il fratello” ci ha testimoniato Lucia. “Dio non pretende nulla da noi, anzi ci difende sempre e si dona totalmente nonostante il nostro essere peccatori” hanno ricordato Giancarlo e Cristina. “C’è sempre una ricchezza in quello che l’altro dice e con lei (sofferente) mi sono arricchita dentro, con la consapevolezza che non ero lì per caso” ha raccontato Paola.
Significative le parole del Vescovo, dopo la proclamazione del Vangelo: “Lo Spirito è quella presenza, quel dono che permette di portare il peso delle fragilità, dei limiti nelle vicende della nostra storia … Lo Spirito Santo ci permette di comprendere e di entrare pienamente in tutta la verità, e la verità è che il figlio Gesù è amato dall’eternità dal Padre e in questo Amore siamo accolti tutti noi. Accogliere il dono dello Spirito Santo significa arrendersi all’evidenza che siamo dentro a questo Amore eterno del Padre. Significa lasciar trasformare la nostra vita da questo punto di vista, e fare in modo che la Parola di Dio sia veramente luce sul nostro cammino, lampada ai nostri passi, così come ci viene insegnato dalle scritture, nella Chiesa, come la riceviamo dalla successione apostolica, fedeli a chi ci guida, e che ci chiede oggi di convertire le nostre visioni, ascoltando quelle degli altri, attenti alle loro esigenze e anche alle loro provocazioni”.
Concludendo, il Vescovo ha, poi, esortato: “Accogliamo lo Spirito! Egli non ci lascia mai da soli, e la vita non sarà un peso, perché egli alleggerisce il nostro passo e ci rende capaci di vivere la vita come dono, che così diventa seme di eternità! Chiediamo la grazia di saper accogliere questo dono dello Spirito Santo con umiltà, da piccoli, da bisognosi, da figliuoli!”.
La musica e il canto hanno reso solenne e profonda l’intera veglia che anche quest’anno ha visto la partecipazione di oltre 200 persone provenienti dai vari movimenti e associazioni presenti nella diocesi. Al termine è risuonata più volte in tutta la cattedrale l’invocazione: “Vento dello Spirito Santo, vento dello Spirito Santo, riempici, rinnovaci”, che è rimasta nella mente e nel cuore dei presenti, in attesa della festa di Pentecoste. (Annamaria Visentin)

Articolo tratto dal numero in uscita della “Vita del popolo” (4 giugno 2023)

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(Diocesi di Treviso)

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