Dai nostri missionari il mosaico di una Chiesa bella

La Chiesa è bella. L’incontro dei missionari con il Vescovo Michele, che si è tenuto venerdì 28 luglio a Riese Pio X, è partito da questa convinzione, dando spazio a una condivisione che ha contribuito a costruire un mosaico, appunto un bel mosaico, poiché la Chiesa bella è una Chiesa plurale, fatta di tante esperienze e di tanti modi di rispondere alla chiamata a vivere il Vangelo.
L’incontro dei missionari con il Vescovo è una tradizione della Chiesa di Treviso. Inizialmente riguardava i missionari trevigiani che d’estate sono in vacanza. A loro (negli ultimi anni inevitabilmente un po’ ridotti di numero), da tempo si affiancano anche sacerdoti e religiose stranieri che qui vivono il loro servizio pastorale, i sacerdoti fidei donum che hanno fatto esperienza in missione e sono tornati, sacerdoti, religiose e religiosi che vivono in terre non tradizionalmente di missione, ma in Europa, per esempio in Francia.
Nel corso della lunga condivisione, sono rimbalzate esperienze e testimonianze, germogli di Regno di Dio che spuntano in modo imprevisto e imprevedibile, dal basso, in una favela di Rio de Janeiro o nel quartiere di periferia a maggioranza musulmana di Marsiglia; nelle missioni africane, povere economicamente ma capaci di dare vera felicità, ma anche nelle nostre comunità trevigiane.
Don Gianfranco Pegoraro, direttore del Centro missionario, ha dato atto che oggi, nella Chiesa di Treviso, “si parla, continuamente, di Chiesa missionaria. Magari è un concetto che dobbiamo approfondire, ma è vero anche che anni fa nessuno parlava di missione. Un altro germoglio è quello dei giovani. Sono tanti quelli che vanno alla Gmg, ma sono tanti anche quelli che scelgono di trascorrere un periodo in missione, o facendo esperienze di volontariato internazionale. Spesso neppure li conosciamo”. Un impegno, quello dei giovani, che ha colpito molti tra i partecipanti.
Il Vescovo ha ascoltato attentamente tutti gli interventi, e ha preso la parola a conclusione dell’incontro: “Grazie per queste belle condivisioni di esperienze vive, vere – ha detto tra l’altro -. Abbiamo avuto modo di conoscere persone che vivono pienamente la loro umanità, e lo fanno nel Cristo”. Dove incontriamo, nelle persone, la speranza del Vangelo? “C’è un criterio che il Vangelo ci dà, ed è quello delle Beatitudini. La speranza è il criterio di speranza, spiega “vai lì”, e trovi tra questa umanità l’umanità vera, l’elenco delle beatitudini, il discorso della montagna”, ha detto mons. Tomasi. Senza dimenticare che Dio è già lì, tra le persone che raggiungiamo con la missione.
Alla luce delle condivisioni, ma anche del cammino sinodale della Chiesa di Treviso, il Vescovo ha aggiunto: “Tanta gente, nella Chiesa, è disposta a vivere la corresponsabilità a partire dal battesimo, è disposta a metterci del proprio. Non è delega, non è collaborazione, è corresponsabilità, rispondere insieme alla vocazione del battesimo”.
Mons. Tomasi ha anche “aggiornato” i presenti sui punti salienti del cammino che sta facendo la Chiesa di Treviso, e anche sulla Peregrinatio corporis di san Pio X del prossimo ottobre (da qui la scelta di Riese, anche alla presenza del parroco, mons. Giorgio Piva, come sede dell’incontro). I missionari hanno anche visitato la casa natale di Papa Sarto, prima della messa presieduta dal Vescovo nel santuario delle Cendrole.

(Bruno Desidera – La Vita del popolo)

(Diocesi di Treviso)

Please follow and like us