Rutelli: “Non si comanda solo con armi ed economia, serve il Soft Power”

“Non si ci può basare più soltanto sull’Hard Power, sulla coercizione militare o economica: serve anche e sempre di più il Soft Power, il potere della persuasione, che se non potrà realisticamente sostituirsi alla forza delle armi o alla influenza geopolitica, potrà comunque essere complementare, per affiancarsi nelle scelte globali di chi detiene il potere finale”. E’ la riflessione, “oggi più attuale che mai”, che fa Francesco Rutelli, presidente del Soft Power Club, in vista della conferenza internazionale organizzata il 28 e 29 agosto, con un’anteprima culturale il 27 agosto, a Venezia.

All’appuntamento, giunto oramai alla sua quarta edizione, parteciperanno diverse autorità istituzionali e scientifiche nazionali e internazionali, fra cui per l’Italia tra gli altri i ministri della Cultura Gennaro Sangiuliano e dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente della commissione cultura della Camera dei deputati Federico Mollicone, il presidente della Biennale di Venezia Roberto Cicutto, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, nonché il commissario Ue per l’Economia Paolo Gentiloni.

“Ho lasciato la politica dieci anni fa e non ci tornerò – premette Rutelli – spero però che la mia esperienza politica possa rivelarsi utile per questa organizzazione internazionale così significativa e al tempo stesso originale, per la sua composizione variegata rispetto ai Paesi di origine di tutti e cinque i continenti, alle posizioni politiche o ideologiche, alle competenze economiche o scientifiche”.

Spiega Francesco Rutelli, nelle sue vesti di presidente del Soft Power Club: “L’esperienza storica ci insegna che nessun potere può sopravvivere a lungo senza consenso: e la pretesa di costruire il consenso solo attraverso la manipolazione delle informazioni, in modo brutale o sofisticato, non ha vita illimitata. C’è la necessità di conferire un potere reale alle istituzioni multilaterali su alcune delle grandi sfide del nostro tempo e di creare uno spazio autentico e credibile per costruire soluzioni condivise, oltre agli imprescindibili interessi nazionali, su grandi questioni che non potranno essere affrontate e tanto meno risolte senza collaborazione, senza convergenze, senza compromessi creativi”.”Qualcuno ancora – si chiede Francesco Rutelli – pensa che si possano centrare gli obiettivi posti dalle sfide che riguardano i temi dell’accesso all’acqua potabile, della crescita di un’agricoltura sana, della riduzione immediata delle emissioni che alterano il clima, delle politiche per l’adattamento agli effetti più dirompenti dei cambiamenti climatici specie nelle aree di grande concentrazione urbane e nelle zone costiere, senza il dialogo e l’accordo tra le popolazioni e le Nazioni, senza persuasione, senza l’esercizio di una nuova stagione di Soft Power?”.

(di Enzo Bonaiuto)

Please follow and like us