Il Papa è arrivato in Portogallo. Nell’incontro con le autorità: “Sogno un’Europa che spenga focolai di guerra”

“Guardando con accorato affetto all’Europa, nello spirito di dialogo che la caratterizza, verrebbe da chiederle: verso dove navighi, se non offri percorsi di pace, vie creative per porre fine alla guerra in Ucraina e ai tanti conflitti che insanguinano il mondo?”. Nel suo primo discorso a Lisbona, rivolto alle autorità, alla società civile e al Corpo diplomatico, il Papa ha rivolto domande esigenti al nostro continente, accompagnate da precisi auspici come indicazioni di rotta. “E ancora, allargando il campo: quale rotta segui, Occidente?”, ha proseguito Francesco: “La tua tecnologia, che ha segnato il progresso e globalizzato il mondo, da sola non basta; tanto meno bastano le armi più sofisticate, che non rappresentano investimenti per il futuro, ma impoverimenti del vero capitale umano, quello dell’educazione, della sanità, dello stato sociale”. “Preoccupa quando si legge che in tanti luoghi si investono continuamente fondi sulle armi anziché sul futuro dei figli”, il grido d’allarme del Papa: “Mi diceva l’economo che il miglior reddito di investimenti è la fabbrica di armi.”, ha aggiunto a braccio. “Io sogno un’Europa, cuore d’Occidente, che metta a frutto il suo ingegno per spegnere focolai di guerra e accendere luci di speranza”, ha rivelato: “Un’Europa che sappia ritrovare il suo animo giovane, sognando la grandezza dell’insieme e andando oltre i bisogni dell’immediato; un’Europa che includa popoli e persone, senza rincorrere teorie e colonizzazioni ideologiche”. “In questo ci aiuterà pensare ai sogni dei padri fondatori dell’Unione”, ha aggiunto a braccio: “Questi sognavano alla grande”.

La buona politica e la speranza

“La mancanza di lavoro, i ritmi frenetici in cui sono immersi, l’aumento del costo della vita, la fatica a trovare un’abitazione e, ancora più preoccupante, la paura di formare famiglie e mettere al mondo dei figli”. Sono questi i fattori che scoraggiano i giovani, mettendo in pericolo il loro futuro. Ad elencarli è stato il Papa, nel discorso rivolto alle autorità, alla società civile e al Corpo diplomatico. “In Europa e, più in generale, in Occidente, si assiste a una triste fase discendente della curva demografica”, l’analisi di Francesco: “il progresso sembra una questione riguardante gli sviluppi della tecnica e gli agi dei singoli, mentre il futuro chiede di contrastare la denatalità e il tramonto della voglia di vivere”. “La buona politica può fare molto in questo, può essere generatrice di speranza”, l’appello del Papa: “Essa, infatti, non è chiamata a detenere il potere, ma a dare alla gente il potere di sperare. È chiamata, oggi più che mai, a correggere gli squilibri economici di un mercato che produce ricchezze, ma non le distribuisce, impoverendo di risorse e certezze gli animi. È chiamata a riscoprirsi generatrice di vita e di cura, a investire con lungimiranza sull’avvenire, sulle famiglie e sui figli, a promuovere alleanze intergenerazionali, dove non si cancelli con un colpo di spugna il passato, ma si favoriscano i legami tra giovani e anziani”. A questo proposito, Francesco ha citato “il sentimento della saudade portoghese, la quale esprime una nostalgia, un desiderio di bene assente, che rinasce solo a contatto con le proprie radici, i giovani devono ritrovare le proprie radici negli anziani”: di qui l’importanza dell’educazione, “che non può solo impartire nozioni tecniche per progredire economicamente, ma è destinata a immettere in una storia, a consegnare una tradizione, a valorizzare il bisogno religioso dell’uomo e a favorire l’amicizia sociale”.

L’ambiente

“Il Portogallo condivide con l’Europa tanti sforzi esemplari per la protezione del creato. Ma il problema globale rimane estremamente serio: gli oceani si surriscaldano e i loro fondali portano a galla la bruttezza con cui abbiamo inquinato la casa comune”. Così il Papa, nel suo primo discorso in terra portoghese, ha affrontato il tema dell’ambiente, il primo dei “cantiere di speranza” su cui lavorare insieme ai giovani. “Stiamo trasformando le grandi riserve di vita in discariche di plastica”, la denuncia di Francesco: “L’oceano ci ricorda che la vita dell’uomo è chiamata ad armonizzarsi con un ambiente più grande di noi, che va custodito con premura, pensando alle giovani generazioni. Come possiamo dire di credere nei giovani, se non diamo loro uno spazio sano per costruire il futuro?”.

Difendere la vita umana

“Nel mondo evoluto di oggi è divenuto paradossalmente prioritario difendere la vita umana, messa a rischio da derive utilitariste, che la usano e la scartano”: è il grido d’allarme del Papa. “Penso a tanti bambini non nati e anziani abbandonati a sé stessi, alla fatica di accogliere, proteggere, promuovere e integrare chi viene da lontano e bussa alle porte, alla solitudine di molte famiglie in difficoltà nel mettere al mondo e crescere dei figli”, l’elenco di Francesco: “Verrebbe anche qui da dire: verso dove navigate, Europa e Occidente, con lo scarto dei vecchi, i muri col filo spinato, le stragi in mare e le culle vuote? Dove andate se, di fronte al male di vivere, offrite rimedi sbrigativi e sbagliati, come il facile accesso alla morte, soluzione di comodo che appare dolce, ma in realtà è più amara delle acque del mare?”. “E penso a tante leggi sofisticate sull’eutanasia”, ha aggiunto a braccio.

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(Diocesi di Treviso)

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